La deludente stagione dei bianconeri di Ireland, caratterizzata da troppi dubbi e incertezze, si è conclusa amaramente già sabato sera
LUGANO - Nei playoff cambierà tutto. Questo si diceva - e si sperava - dalle parti della Cornèr Arena. Ed invece la squadra di Ireland, che tanto ha faticato nel corso di una regular season condita da troppi dubbi e incertezze, ha già concluso il suo cammino. 4-0 per lo Zugo e fine dei giochi, 4-0 per i Tori di Tangnes - dimostratisi superiori - e via alle riflessioni, alle profonde analisi.
Macchinoso e privo di costanza per tutto il campionato, il Lugano è andato avanti tra alti e bassi chiudendo nella top-8 grazie soprattutto alle invenzioni dei singoli. Su tutti i guizzi di Hofmann, autore di 30 gol (ai quali ne vanno aggiunti 2 nella post season). È invece mancato un costante e determinante apporto da parte degli stranieri.
Nei playoff, persa gara-1 e toppata nettamente gara-2, la truppa bianconera - con l’acqua alla gola - ha poi finalmente alzato il suo livello, ma non è bastato. Rimontato tre volte e poi battuto 5-4 a Zugo nel terzo atto, il Lugano si è ritrovato con le spalle al muro. Serviva una svolta, non c'è stata. Sabato, in una serata infinita e dal triste epilogo, il fragile e vulnerabile Lugano è andato definitivamente al tappeto. La sentenza, al termine di una sfida accesa, è arrivata dal bastone di Flynn, che al 96' (nel secondo overtime) ha trafitto Merzlikins mandando i Tori in semifinale e i bianconeri in vacanza (4-5).
E adesso? Per i vertici societari sono giorni intensi, con decisioni da prendere e situazioni da analizzare. Troppi aspetti non hanno funzionato. Da Ireland (il cui contratto non è stato rinnovato) agli altri membri dello staff: tutti sono sotto la lente. Le novità - dopo questo flop - potrebbero essere diverse.