L'ex attaccante degli anni '90 Stefano Togni si è anche espresso a proposito dell'Ambrì: «È il rovescio della medaglia rispetto ai bianconeri: in Leventina gli stranieri stanno facendo la differenza»
LUGANO/AMBRÌ - Questo fine settimana si disputano le ultime due partite di National League del 2018, dopodiché i riflettori saranno puntati sulla Coppa Spengler di Davos.
Il Lugano giocherà sabato a Langnau, mentre il giorno seguente ospiterà il Bienne. Dal canto suo l'Ambrì scenderà dapprima in pista alla Valascia contro il Berna, per poi recarsi domenica alla Vaillant Arena di Davos. «Saranno due partite fondamentali soprattutto per il Lugano», è intervenuto l'ex attaccante di Lugano e Ambrì degli anni '90 Stefano Togni. «Non sarà facile, ma i bianconeri dovranno cercare di portare a casa la posta piena di modo da poter iniziare il 2019 senza troppi patemi. La squadra non è ancora riuscita a trovare una certa continuità a livello di risultati, ma non si esprime male sul ghiaccio, prima o poi la ruota girerà».
Non si era mai visto questo mal di trasferta dalle parti di Lugano. La squadra ha vinto soltanto in un'unica occasione quest'anno, a Davos lo scorso 27 ottobre... «È difficile capire quale sia il problema in trasferta. Penso che a questo punto la squadra abbia un problema a livello mentale, anche perché capitano spesso episodi che condizionano negativamente l'esito delle partite. Sembra che manchi soltanto quella piccola scintilla...».
A questo punto non converrebbe ad Ireland proporre i quattro attaccanti stranieri contemporaneamente sul ghiaccio? «Personalmente penso che sia un'alternativa da prendere in considerazione, anche perché attualmente il Lugano non ha difensori infortunati. Gli stranieri non stanno rendendo al 100% e farli giocare tutti e quattro insieme potrebbe rappresentare la svolta, soprattutto sotto porta. Klasen? Personalmente lo farei sempre giocare».
E l'Ambrì? «Parliamo del rovescio della medaglia rispetto ai cugini bianconeri: gli stranieri biancoblù infatti segnano e fanno la differenza. La truppa di Cereda sta giocando un hockey molto compatto e aggressivo, il gruppo cresce costantemente e i giocatori credono nelle loro possibilità. La squadra merita appieno la posizione che sta occupando in classifica e ha tutte le carte in regola per migliorare ulteriormente il proprio rendimento».
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