Idee chiare e programmazione: il gruppo di Cereda sta raccogliendo consensi, punti e applausi. La parola a Nicola Celio, ex capitano biancoblù
AMBRÌ - Col vento in poppa e idee chiarissime, l’Ambrì di Luca Cereda - reduce da 7 vittorie negli ultimi 9 match - è arrivato alla sosta con un bottino di 40 punti e al settimo posto in classifica. «Calma e gesso...» - è l'eco che giunge dalla Valle -, ma l’ambiente biancoblù è circondato anche da un legittimo alone di entusiasmo e la squadra ha meritato ogni punto raccolto sin qui. Vietato rallentare, “specchiarsi” o perdere la rotta - l’obiettivo principale e ben chiaro nel mirino resta la salvezza -, ma il nuovo corso biancoblù, iniziato nella primavera del 2017 dopo una stagione tribolatissima, piace e sta dando i suoi frutti. Lavoro, intensità e valorizzazione delle proprie risorse: questo il diktat leventinese che potrebbe sfociare anche in qualcosa in più di una serena salvezza.
«Si tratta proprio di questo, di un percorso ben programmato dalla società per far crescere la squadra con i mezzi a disposizione - esordisce l’ex storico capitano Nicola Celio - Duca, Cereda e il club hanno dimostrato che si può fare. Gli ultimi anni erano stati un po’ buttati. Loro hanno preso in mano una squadra disastrata, con elementi che costavano molto e non rendevano. Un po’ li hanno scremati e ora stanno portando avanti un bel gruppo, continuando a lavorare con questa strategia pagante a livello di risultati».
La direzione è quella giusta. «Non è una cosa immediata, ma già l’anno scorso hanno dato input importanti a livello di attitudine e risultati. In questo campionato c’è stato un ulteriore passo avanti e un consolidamento delle prestazioni. Abbiamo visto che servono idee chiare e gente attaccata alla squadra. Non hanno ancora raggiunto niente, ma trovarsi in questa situazione a metà dicembre è già un bel passo. La gente è contenta di quello che vede. Se poi non si faranno i playoff, poco male».
Nelle ultime 4 stagioni, dopo 25 match, l’Ambrì aveva un bottino massimo di 30 punti (minimo di 22). In questo campionato, sin qui, sono 40: un bel balzo. «È un’altra metodologia di lavoro. Prima, a inizio stagione, si parlava di playoff e si cercava di comprare tutto quel che c’era in giro per raggiungere l’obiettivo. Non è così che funziona… Si deve lavorare costantemente sul materiale a disposizione e farlo crescere. Fare di tutto per migliorare la prestazione anche di poco. Parlo anche di tutte le piccolezze che non riguardano prettamente l’hockey. Per l’Ambrì anche l’1-2% è importante. È stato fatto e sul ghiaccio vediamo i risultati. I giocatori hanno un’ottima condizione, sono molto più preparati che in passato».
Sin qui applausi e consensi, ma il lavoro continua e ad Ambrì - a partire proprio dallo staff - lo sanno molto bene. «Chi programma meglio ottiene risultati. Ne è un esempio perfetto Arno Del Curto… basta guardare quel che ha fatto in 22 anni a Davos. Il suo addio? Ci sta… erano due o tre anni che mi chiedevo quando avrebbe “salutato”. Nuova avventura? Sinceramente non penso. Ha vinto tutto lì dove ha avuto carta bianca e ha costruito da zero i successi. Non me lo vedo in altre realtà dove il suo ruolo verrebbe snaturato».
Ultime battute sulla nuova Valascia (che dovrebbe accogliere i biancoblù dal 2021). Il 22 dicembre, quando si terrà l’apertura del cantiere per i lavori di costruzione, è una data cerchiata col pennarello rosso sul calendario del popolo leventinese. «Sarà un passo davvero importante. Per i tifosi, tra risultati e buone notizie, è un momento felice, ma - quando verrà il momento - dispiacerà lasciare la vecchia Valascia... Seppur malandata e fredda, diventa ancora caldissima grazie ai tifosi che la animano».
Ambrì, ultime cinque stagioni:
2018/19 Dopo 25 match: 40 punti. Fine stagione: ?
2017/18 Dopo 25 match: 29 punti. Fine stagione: 57 (11esimo)
2016/17 Dopo 25 match: 22 punti. Fine stagione: 48 (12esimo)
2015/16 Dopo 25 match: 30 punti. Fine stagione: 66 (decimo)
2014/15 Dopo 25 match: 25 punti. Fine stagione: 57 (11esimo)