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Ci sono state vittorie convincenti e ma anche sconfitte dolorose. Che settimana è stata per le ticinesi?
LUGANO/AMBRÌ - Ricominciare dopo la sosta è sempre complicato, per tutti. Nonostante i risultati altalenanti Lugano e Ambrì sono stati tra quelli che con più prontezza sono usciti dai blocchi di partenza. I migliori del post-Nazionale sono stati il Losanna e il Friborgo, in formissima e sempre vincenti, e lo Zugo, capace di mettere insieme sette punti in tre uscite. Poi però ci sono i bianconeri (cinque punti come lo Zurigo, che ha giocato un match in meno), e i biancoblù (quattro punti come il Berna).
Il carattere non è mancato. La condizione fisica è sembrata subito buona. La voglia si è vista. Tutto bene dunque? Non proprio. Le ticinesi hanno peccato di continuità. E questo non può non essere considerato pericoloso. L'incerottata truppa di coach Ireland ha fatto a fette il Ginevra e perso due partite ai rigori. Ha però una volta ancora mostrato problemi (limiti?) nel powerplay, vincendo nell'unica occasione in cui questo ha funzionato. E le due sconfitte non vanno archiviate come “sfortunate”. Nel derby ha raccattato un punto perché salvato da Merzlikins. A Langnau ha invece sbagliato troppo e si è fatta recuperare due gol di vantaggio. C'è da meditare.
Pure nello spogliatoio biancoblù si ride poco. È vero, il trittico Lugano-Berna-Zurigo era di quelli pessimi da superare e averlo fatto con due successi deve essere considerato positivo. Il poco o nulla visto contro i Lions non deve in ogni caso aver fatto piacere a Luca Cereda, che più di una volta si era già lamentato per la mancanza di continuità dei suoi. Di passaggi a vuoto i grandi non se ne concedono. È questo il concetto che in Leventina - i giovani e la squadra - non hanno ancora del tutto assimilato. Prima sarà fatto, prima gli obiettivi potranno essere rivisti verso l'alto.
