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LUGANOKHL, Ambrì, Lugano e un desiderio: parla Ivano Zanatta

01.06.18 - 07:01
L'ex direttore sportivo dei biancoblù si è lasciato alle spalle l'esperienza da vice-allenatore del Sochi e ora guarda avanti: «Un giorno mi piacerebbe tornare a Lugano, sarebbe un onore»
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KHL, Ambrì, Lugano e un desiderio: parla Ivano Zanatta
L'ex direttore sportivo dei biancoblù si è lasciato alle spalle l'esperienza da vice-allenatore del Sochi e ora guarda avanti: «Un giorno mi piacerebbe tornare a Lugano, sarebbe un onore»
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LUGANO - Viaggi, chilometri su chilometri, tanto lavoro e una miriade di dirette streaming per aggiornarsi su tutto ciò che l'hockey mondiale propone. Nella lunga stagione appena andata agli archivi Ivano Zanatta - una volta chiusa la sua avventura ad Ambrì la scorsa primavera - è (ri)partito dalla KHL (campionato che aveva già abbracciato in passato) per ricoprire il ruolo di vice-allenatore dell'HC Sochi. Una stagione logorante, ma senza dubbio arricchente. 

«Sono stato via dal 23 giugno scorso fino al 29 aprile, dopo i Mondiali in Ungheria con l'Italia - è intervenuto Ivano Zanatta - Dieci mesi senza tornare, ora mi godo qualche giorno di relax...».

Come è andata la stagione a Sochi?
«Inizialmente ero un po' spaventato del livello della nostra squadra, se paragonato alla concorrenza. Con il duro lavoro, però, abbiamo colmato un po' di questo gap. Siamo usciti al primo turno dei playoff, è vero, ma non ci aspettavamo di andare oltre. Non dobbiamo dimenticare che ci siamo pure tolti lo sfizio di ottenere 5 punti su 6 contro lo SKA San Pietroburgo, compagine che è arrivata fino alla finale della Western Conference. In generale è stato fatto un buon lavoro, soprattutto con i giovani». 

Ma non ci sarà un secondo anno, giusto?
«No, non resterò. Non ci sono le idee in chiaro sulla pianificazione della prossima stagione. In più ci sono alcuni problemi finanziari che preoccupano il club». 

La KHL è un campionato di fama mondiale, ma il tempo libero per sé è poco...
«Sicuramente. Tanto lavoro, tanti viaggi, tanti chilometri e pochissimo tempo per sé. Il poco tempo libero che avevo lo trascorrevo a guadare la tv russa e gli streaming di varie partite dei campionati europei. In KHL l'interesse attorno all'hockey è tantissimo e coinvolge tutti, dai giocatori agli allenatori».  

Dove sarai l'anno prossimo?
«Mi sto guardando attorno, in Svizzera o ancora in KHL». 

Ivano Zanatta si sente più un allenatore o più un direttore sportivo?
«Dipende dalla situazione in cui ti trovi. Entrambe le mansioni sono interessanti, l'importante è stare nell'ambiente. Basta avere le idee in chiaro in testa e poi tutto diventa allettante».

Ti rivedi un giorno sulla panchina del Lugano? 
«Il club ha una grandissima organizzazione e, quando riesci a vincere un titolo, qualcosa ti rimane sempre. Soprattutto se capita in un posto speciale come lo è per me Lugano. Sì, non nego che un giorno mi piacerebbe allenare di nuovo i bianconeri. Sarebbe un onore. Ho solo ottimi ricordi dei miei anni in riva al Ceresio. Sogno di tornare e di vincere di nuovo un campionato...».

12 mesi fa hai lasciato Ambrì. Che esperienza è stata quella leventinese?
«Arricchente. L'Ambrì lotta ogni giorno per restare in National League e, soltanto per questo, tanto di cappello al club. D'altro canto è vero che, in una simile realtà, servono persone con un po' di coraggio. Ma non nego che è stato un percorso utile, che senza dubbio mi tornerà utile in futuro». 

Quanto ti ha stupito la Nazionale svizzera al Mondiale?
«Questa è la chiara dimostrazione di quanto sia importante un programma di pianificazione serio. La Svizzera ha un'ottima organizzazione, a partire dalla massima serie e fino ad arrivare alle leghe minori. È un esempio Mondiale. Un paese così piccolo che riesce ad ottenere simili risultati è incredibile. Non dimentichiamo che il primo che ha creduto nell'hockey moderno è stato Geo Mantegazza il quale, 30 anni fa, ha portato il professionismo. Lui ha fatto partire tutto... Lo ripeto, la Svizzera deve essere un esempio Mondiale. Pensate a quanti giovani si gasano nel vedere i vari Fiala, Niederreiter, ecc. che ottengono simili risultati». 

L'anno prossimo ai Mondiali A ci sarà anche la tua Italia...
«Sì, ma è tutta un'altra realtà. In Italia fanno il massimo, ma è soffocata da altri sport come il calcio. L'hockey è isolato. O ci sarà un Geo Mantegazza di turno che nei prossimi anni farà progredire l'hockey oppure sarà praticamente impossibile raggiungere certi livelli».

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COMMENTI
 

Mat78 5 anni fa su tio
Per favore, anche no Ivano...

sergejville 5 anni fa su tio
Ivano, persona seria e grande conoscitore di hockey. Nonché CAMPIONE col Lugano!

Blobloblo 5 anni fa su tio
Mamma mia, lontano da Ambri per piacere!!! Solo Disastri!!!

Evry 5 anni fa su tio
A Lugano sarai sempre BENVENUTO, ma nel ruolo di DS.
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