Il ds bianconero ha raccontato il rallentamento delle ultime settimane: «Normale, ogni squadra ha alti e bassi. Stagione olimpica? Preparata come tutte le altre»
LUGANO - Bello, bellissimo, nella prima metà di regular season, nella quale, accumulando vittorie, punti e applausi, ha tenuto testa al lanciatissimo Berna, quanto in difficoltà dall'Immacolata in avanti. In poco meno di un mese, l'ultimo, il Lugano ha perso sette delle nove partite disputate, palesando limiti e problemi prima rimasti nascosti. Cosa sta capitando dalle parti della Resega? Come può una squadra avere picci di rendimento, positivi e negativi, tanto distanti tra loro? C'entra, in tutto ciò, il fatto che questo sia un anno olimpico? In fondo la preparazione della stagione può anche essere stata fatta tenendo conto della mal digerita sosta di febbraio...
«No - ha commentato Roland Habisreutinger, direttore sportivo a Lugano - quest'annata è stata pensata come tutte le altre».
Allenamenti, ritmi, appuntamenti, mercato...
«L'unica differenza riguarda, forse, l'"intensità". Per il resto non ci sono cambiamenti rispetto a una stagione tradizionale».
Come si spiega dunque l'altalena bianconera?
«È qualcosa di normale in un campionato. Ogni squadra ha momenti buoni e altri, invece, negativi. Siamo stati grandi, grandi, grandi a settembre, ottobre e novembre e ora stiamo facendo fatica. Ciò che posso dire è che abbiamo pianificato di essere al top nei playoff, perché i titoli non si vincono a settembre, ottobre e novembre. Quindi dobbiamo cercare di ritrovare la forma migliore, chiudere questo periodo e ripartire».
Come? Magari non crollando davanti alla prima difficoltà, come fatto contro Davos, Kloten, Bienne e Zurigo?
«Non siamo crollati. Semplicemente abbiamo sbagliato la reazione. Anche nel nostro periodo migliore abbiamo affrontato degli ostacoli. Li abbiamo superati giocando insieme. Da qualche partita, invece, non lo stiamo più facendo: i giocatori hanno infatti preteso di risolvere i problemi a livello individuale. Ma così, da soli, uno contro cinque, non puoi pensare di recuperare. Così le partite non si vincono».
Tra un mese ci si fermerà per le Olimpiadi. La sosta potrà forse favorire quelli che stanno peggio, che avranno così il tempo per correggere gli errori fatti.
«Ma no, non si può dire cosa davvero accadrà. Lo stato di forma di una squadra - come giocherà - al rientro da quella lunga sosta è un'incognita per tutti».
Anche per il Berna? Da fuori gli Orsi sembrano davvero una spanna sopra tutti. La stessa sensazione la si ha dall'"interno"?
«Al momento sono quelli che stanno facendo meglio. Ma le Olimpiadi potrebbero davvero cambiare tutto. Come anche i playoff. Berna e Zurigo sono le più forti? L'anno scorso una ha vinto e l'altra è uscita ai quarti. Non ci sono certezze».