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HCAP«L'infortunio, un effetto terapeutico...»

05.12.17 - 08:31
Christian Stucki, infortunatosi gravemente a un ginocchio durante le amichevoli estive, ha aperto il cuore: «Nel primo mese mi sentivo perso, a volte però la vita sa regalarti delle opportunità...»
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«L'infortunio, un effetto terapeutico...»
Christian Stucki, infortunatosi gravemente a un ginocchio durante le amichevoli estive, ha aperto il cuore: «Nel primo mese mi sentivo perso, a volte però la vita sa regalarti delle opportunità...»
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AMBRÌ - Era il 24 agosto e Christian Stucki in amichevole subiva un grave infortunio al ginocchio destro. Diagnosi senza pietà: rottura del legamento crociato anteriore e stagione compromessa. Era l'inizio di un calvario per l'attaccante ticinese dell'Ambrì. 

Un calvario che però, come ha spiegato il diretto interessato, si è trasformato in un'opportunità e in un trampolino di lancio. Perché nello sport e nella vita non tutto il male vien per nuocere. 

Il 25enne, superato lo shock iniziale, sta facendo tesoro di quanto accaduto in estate e sta "utilizzando" questo periodo come palestra di vita. Un punto di (ri)partenza insomma sul quale costruire progetti e sogni futuri... 

«È passato un po' di tempo da quel maledetto 24 agosto. Da quel giorno la mia routine chiaramente è molto cambiata, non è stato facile adattarsi. Sono passato in breve tempo dall'allenarmi tutti giorni al sentirmi dire "quest'anno fai quello che vuoi". Ho iniziato a fare delle cose che non ero più abituato a fare. Insomma è stato complicato. Non mi nascondo e posso tranquillamente affermare che nel primo mese mi sentivo perso...». 

La sveglia suona presto - «Ora sto facendo fisioterapia all'Ars Medica di Gravesano. Già alle 7 del mattino entro in acqua, poi pratico fisioterapia anche nel pomeriggio dalle 14.30 alle 17.00. Passo molto tempo in questa struttura, tra un po' mi mettono nel loro inventario (ride)...». 

Gli effetti "positivi" del brutto infortunio - «Questo infortunio ha avuto un effetto terapeutico per me. Sono riuscito a pensare a quelle cose a cui magari non ero più abituato a dare troppa importanza. Oggi posso dire di essere migliorato come persona, sto dedicando molto tempo a me stesso. In questo periodo, inoltre, mi sono creato nuovi contatti che un giorno spero possano tornarmi utili. A volte la vita sa regalarti delle opportunità. Poi sta a te farne tesoro e trarne benefici». 

Passi da gigante - «Il ginocchio nelle ultime settimane ha avuto un miglioramento importante. Sto già svolgendo degli esercizi che, solitamente, a questo punto della riabilitazione non si fanno. Il mio obiettivo è quello di tornare a pattinare entro un mese. Sarà però importante capire se ne vale la pena... Non voglio rischiare, ma tornare sul ghiaccio sarà bellissimo...». 

Quel meeting carico di adrenalina - «Stavo giocando bene durante le amichevoli. Tre giorni prima del mio infortunio Luca in un meeting mi aveva parlato della responsabilità che avrei avuto quest'anno. Poi il tutto è stato rovinato. Peccato poiché nel gioco che imposta Cereda potevo togliermi delle belle soddisfazioni».

L'aria... leventinese - «Tutti i lunedì vado negli spogliatoi insieme a Christian Pinana, vittima anche lui di un infortunio molto simile al mio. Con Cereda e Duca cono in costante contatto. Paolo è venuto persino a trovarmi nel giorno dell'intervento».

Il ritorno alla... Valascia - «Inizialmente non mi andava di assistere ai match dal vivo, stavo troppo male. Sono tornato a vedere un incontro in occasione del derby a Lugano del 3 novembre. Mi mancava troppo l'adrenalina della partita. Ora, più o meno, mi reco a vedere a tutte le partite casalinghe». 

Lottare da solo - «Ho avuto la fortuna di confrontarmi con una persona che pratica sport a livello individuale e che, in passato, aveva subito un infortunio simile al mio. Per me, che ero abituato a lavorare in gruppo, trovarmi improvvisamente a lottare da solo e senza la spinta giornaliera dei compagni, è stato uno shock».  

Le persone accanto - «Solo passando questi momenti sai cosa vuol dire lottare contro un grave infortunio. Chi ti dice "ti capisco" non è vero. Una persona, se ti vuole stare vicina, deve sempre farti sentire il suo affetto. In ogni momento, in ogni circostanza». 

La crescita della squadra con Cereda - «Nessuno si aspettava dei risultati del genere. Il gruppo è davvero affiatato, diverso dagli altri anni. C'è un odore "nuovo", oltre che un ambiente molto familiare. I buon risultati si spiegano anche così...». 

Il grande obiettivo di Christian Stucki, ma senza fasciarsi la testa - «Giocare la sfida del 5 marzo contro lo Zugo, l'ultima di regular season. Ma non voglio bruciare le tappe, se sarò pronto scenderò sul ghiaccio altrimenti aspetterò. Saranno i medici a decidere...». 

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