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SWISS LEAGUE«Non è un momento facile, ci manca maturità e l'istinto del cacciatore»

21.11.17 - 11:14
Jan Cadieux, coach dei Rockets: «Abbiamo perso tante gare, ma non siamo così lontani come dicono i numeri. Partenze? Un successo, ma spero che in 2-3 anni si riesca ad allargare la base del progetto»
TiPress
«Non è un momento facile, ci manca maturità e l'istinto del cacciatore»
Jan Cadieux, coach dei Rockets: «Abbiamo perso tante gare, ma non siamo così lontani come dicono i numeri. Partenze? Un successo, ma spero che in 2-3 anni si riesca ad allargare la base del progetto»
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BIASCA - «Non è un momento facile, abbiamo perso molte partite di fila, ma sapevamo dall’inizio le difficoltà cui saremmo andati incontro visti i tanti cambiamenti avvenuti nel corso dell’estate: siamo nel secondo anno del progetto, ma in parte è come se avessimo iniziato da zero». Non si nasconde Jan Cadieux, head coach dei Ticino Rockets, costretto ad ingoiare nel weekend altri due bocconi amari con le sconfitte contro EVZ Academy e Turgovia.

«In molte partite siamo stati vicini ai nostri avversari, il problema è che ci manca l’istinto del cacciatore. A volte abbiamo l’occasione per segnare un gol che può fare la differenza ma non lo facciamo, poi veniamo castigati. Ci manca maturità, ma mentalmente la squadra sta bene».

12 stop consecutivi in campionato, 9 punti in classifica a -11 dal penultimo posto: i numeri non sono incoraggianti ma non dicono tutto. Il progetto dei rivieraschi, club formatore, è in fondo quello di lanciare i giovani e fin qui, soprattutto verso Ambrì, in tanti hanno già spiccato il volo. «Dal momento che Cereda ha firmato ad Ambrì sono cambiate diverse cose. Senza il suo passaggio in biancoblù anche diversi giocatori probabilmente non avrebbero fatto questo salto così velocemente. È un aspetto molto positivo ed è il bello del progetto, ma chiaramente per noi diventa un po’ più difficile. Dopo il primo anno abbiamo perso alcuni giocatori importanti, rimpiazzati dagli juniori».

Quel che manca, comprensibilmente, sono dunque i “ricambi” pronti. «In diversi hanno fatto il balzo verso la National league in estate, Goi e Mazzolini a stagione in corso: sono vittorie che dimostrano la validità del nostro lavoro. Quel che manca è proprio la qualità sulla profondità della rosa. Con questo plus, per il quale serve pazienza, il gioco sarebbe diverso. Spero che tra 2-3 anni, lavorando bene, si riesca ad allargare la base del progetto per farsi trovare pronti ed essere subito competitivi anche con le partenze di diversi giocatori. Ora facciamo buone cose e lavoriamo bene, ma ci manca un po’ di qualità per vincere e fare la differenza nei momenti importanti delle partite».  

Seppur giovani, alcuni elementi partiti dai Rockets verso la National League avevano già una bella esperienza e ora questi “tasselli” mancano. «L’esperienza e la maturità sono aspetti importanti. Giochiamo contro squadre esperte che possono contare anche su due stranieri: questo fa parte della nostra sfida, ogni giornata impariamo qualcosa. La squadra è stata creata per questo: per formare e aiutare i giovani a crescere. Sapevamo che non sarebbe stato facile».

Pur considerando tutti questi aspetti, la classifica dei Rockets è troppo severa: la banda Cadieux meriterebbe qualche punto in più. «Posso dire che non rispecchia esattamente il gioco espresso, non siamo così lontani come dicono i numeri nudi e crudi. È un po’ peccato per l’immagine del progetto, ma come risultati individuali sono già arrivati buoni riscontri. Ci sono state alcune brutte sconfitte, ma non dobbiamo panicare e iniziare a dire di dover cambiare. Sappiamo quel che ci manca, dobbiamo e vogliamo trovare nuove soluzioni. La società era pronta e lo sapeva, aveva e ha un piano, ora dobbiamo solo continuare a lavorare. Sappiamo in che direzione andare».

All’orizzonte ci sono i duelli contro La Chaux-de-Fonds e Olten: altri due avversari tosti… «Sì sì… lo sappiamo. Quasi ogni squadra è molto attrezzata. La prima volta che li abbiamo incrociati abbiamo giocato bene. Sappiamo che per avere successo dobbiamo giocare per 60’ un hockey perfetto ed è molto duro per un gruppo giovane. È un processo, i ragazzi sono qui per crescere», conclude Jan Cadieux.

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