Il difensore 33enne tra rinnovo, obiettivi e duelli europei: «È stata una scelta piuttosto semplice, a Davos si punta sempre ad arrivare fino in fondo. Giocare la Champions è un privilegio»
DAVOS - Fresco di rinnovo fino al 2020, il 33enne Félicien Du Bois si appresta a disputare il quarto campionato con il Davos. Arrivato alla corte di Del Curto nell'estate 2014 e laureatosi campione svizzero con i grigionesi nel 2015, per l’ex difensore dell’Ambrì è stato facile accettare la proposta del club. «Sono contento e anche la società lo è - spiega Du Bois - Avevo ancora un anno di contratto, ma immaginavo di poter rimanere più a lungo: quando me l’hanno chiesto è stato abbastanza semplice prendere questa decisione. È piacevole sapere già ora di poter giocare a Davos ancora tre anni, credo che vedano in me delle qualità utili al progetto, anche per la famiglia c’è una bella situazione di stabilità».
Solido e allo stesso tempo incisivo, Du Bois - 117 presenze in Nazionale - è una certezza attorno alla quale far crescere i tanti talenti inseriti nel roster grigionese. «La squadra è giovane, l’esperienza di 2-3 giocatori più “anziani” è sicuramente gradita, può far comodo per indicare la via. È uno dei miei compiti, sia sul ghiaccio che fuori, a livello di attitudine e lavoro. Ho delle responsabilità da leader, ma ovviamente non sono l’unico».
Sempre competitivo e capace di rinnovarsi, il Davos - abituato a sorprendere in positivo - anche nella prossima stagione punterà in alto, ma la concorrenza (capeggiata da Berna e Zurigo) non manca… «La preparazione è andata bene e il gruppo è affiatato, ma poi parlerà il ghiaccio. Quando giochi a Davos ad ogni modo si punta sempre ad arrivare fino in fondo. Per farlo bisogna essere al top a marzo, ora è presto: questo è il momento di “costruire”. Abbiamo messo delle buone basi lavorando duro, adesso dobbiamo creare l’alchimia che potrà portare al successo e continuare a migliorare durante la stagione. Guardando più in là certamente l’obiettivo è quello di vincere, ci proveremo, ma il cammino è lunghissimo e può succedere di tutto. La concorrenza è forte e ce ne accorgiamo anche noi. Bisogna sempre continuare a progredire: non "serve" peggiorare, già stando fermi si perde il treno...».
Tra i pali Senn e Van Pottelberghe - entrambi giovanissimi e lanciati nella mischia la scorsa stagione - hanno maturato esperienza. Davanti è arrivato Broc Little, dietro Magnus Nygren. «Vero. Inoltre il gruppo è cambiato poco e questo è un vantaggio, avere un anno in più d’esperienza potrà fare la differenza. Ognuno deve capire come aiutare la squadra nel migliore dei modi e trovare la sua “funzione”, così facendo si potrà davvero avere successo. Sui singoli posso dire che Little e Nygren sono due giocatori estremamente talentuosi: il primo è uno vero scorer, il secondo un “classico” difensore svedese, affidabile e bravo in tutti i settori».
Tornando alla stretta attualità, questa sera il Davos affronta i Växjö Lakers nel terzo match della CHL. «Giocare la Champions è un privilegio, si ha l’opportunità di affrontare le migliori squadre d’Europa, escluse quelle della KHL. Per noi è un obiettivo, un’opportunità da cogliere. Inoltre va detto che siamo in agosto e questi match, a livello di preparazione, sono certamente più utili rispetto ad amichevoli in cui si vince facilmente contro team meno quotati».
Ko alla Vaillant Arena (0-3), il Davos cercherà la rivincita in Svezia. «In casa abbiamo toppato, ora dobbiamo reagire. Vogliamo e speriamo di vincere, ma al di là del risultato dovremo giocare un buon hockey, ciò che non abbiamo fatto davanti ai nostri tifosi», ha concluso Félicien Du Bois.