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ASIA LEAGUENummelin il giapponese: «Smettere? Perché? Magari torno a Lugano come coach»

11.08.17 - 09:28
A 44 anni il finlandese è pronto a cominciare una nuova avventura con i Nikko IceBucks. «Sono elettrizzato dall'esperienza e intanto imparo il mestiere dell'allenatore»
Keystone
Nummelin il giapponese: «Smettere? Perché? Magari torno a Lugano come coach»
A 44 anni il finlandese è pronto a cominciare una nuova avventura con i Nikko IceBucks. «Sono elettrizzato dall'esperienza e intanto imparo il mestiere dell'allenatore»
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NIKKO (Giappone) - Quarantaquattro anni e avere ancora voglia di mettersi in gioco, di tentare, di rischiare. Petteri Nummelin è tutto ciò e anche qualcosa in più. Il folletto finlandese ha infatti deciso di allungare la propria avventura sui pattini e, dopo aver giocato in Finlandia e Norvegia (dopo aver salutato la Svizzera), per il futuro ha scelto... il Giappone. Petteri ha infatti sottoscritto un contratto annuale con i Nikko IceBucks, compagine nipponica iscritta all'Asia League.

Dai noi contattata, l'ex bandiera del Lugano, ha provato a “cancellare” la data sulla carta d'identità.

«Smettere? E perché? L'hockey per me è ancora divertimento - ha raccontato Nummelin - perché dunque non continuare?».

Tanta voglia e grinta l'hanno portato lontano da un Ticino che non ha mai dimenticato.

«Spero che un giorno, presto, il Lugano mi rivoglia indietro, ma non come giocatore, ormai sono troppo vecchio per la LNA. Magari come coach, chi sa quel che può accadere?».

In Giappone Nummelin arriverà insieme con i connazionali Ari-Pekka Siekkinen, ovvero il coach, e Jesse Niinimäki. L'ambientamento dovrebbe, grazie a loro essere meno complicato.

«Sono elettrizzato dall'esperienza - ha raccontato Petteri a iltalehti.fi - Voglio vedere che tipo di “cultura del disco” c'è nel mondo. Voglio anche imparare nuove cose in merito al mestiere dell'allenatore. Anche per questo l'anno scorso sono stato in Norvegia. Il tempo per occupare quel ruolo è in ogni caso lontano».

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COMMENTI
 

zendesk 6 anni fa su tio
Tanto di cappello.. questo è uno da non farsi scappare.. che AMA e che vive per l'hockey.. alla faccia di quelli che a 30/35 anni smettono di giocare.. Torna presto Nummi :-)

GI 6 anni fa su tio
Petteri, non commettere anche tu questo errore: ne sono già stati "bruciati" abbastanza di ex.....

bobà 6 anni fa su tio
Risposta a GI
infatti

sergejville 6 anni fa su tio
Risposta a GI
Il "bruciare" qualcuno è una frase fatta e null'altro. Se un ex-giocatore sceglie di fare il coach sa in che mondo va a mettersi. Ovvio che un neo-coach ha più possibilità di iniziare o continuare la propria carriera dove (da giocatore) è stato amato ed ha avuto successo: nulla di più logico. Il passato da giocatore conta poco, anche perché da allenatore non è detto che sia così bravo come lo era stato da player. Quindi, come uomini e giocatori Waltin, Johansson e Bozon non sono stati per nulla "bruciati". Erano e restano idoli del Club e dei tifosi (soprattutto i primi due), Che poi abbiano fatto male da coach è tutto un altro discorso.

BarryMc 6 anni fa su tio
Risposta a sergejville
Giusto!
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