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HCAPNicola Celio a ruota libera: «Bisogna cambiare tante cose, l'Ambrì ha perso la sua identità»

14.04.17 - 20:28
L'ex capitano dell'Ambrì sul momento attuale del club: «Avete visto i nostri giovani? Non c’è paragone con alcuni giocatori presi dall’esterno l'estate scorsa»
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Nicola Celio a ruota libera: «Bisogna cambiare tante cose, l'Ambrì ha perso la sua identità»
L'ex capitano dell'Ambrì sul momento attuale del club: «Avete visto i nostri giovani? Non c’è paragone con alcuni giocatori presi dall’esterno l'estate scorsa»
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AMBRÌ - La stagione dell'Ambrì è andata agli archivi da poche ore. Il ghiaccio ha lasciato spazio a riflessioni, bilanci e pianificazioni. Come dovrà muoversi il club biancoblù? Le posizioni vacanti sono diverse, cosa dobbiamo attenderci?

La parola a Nicola Celio, ex capitano biancoblù, il quale ha toccato diversi aspetti interessanti. 

Nicola Celio, hai avuto paura che l'Ambrì potesse retrocedere?
«Non posso negarlo, la paura c’è stata. Durante l'anno in alcuni match ho visto delle prestazioni che mi hanno fatto preoccupare. Poteva essere pericoloso andare a fare uno spareggio contro la vincente del campionato di LNB. E ogni partita delle sfida con il Langenthal è stata una sofferenza. Le prime squadre della lega cadetta sono ben strutturate e, a mio avviso, hanno le potenzialità per mettere in difficoltà una formazione di LNA».

Guardiamo subito al futuro: dove bisogna intervenire?
«Dopo l’esperienza degli ultimi anni c'è la necessita di cambiare drasticamente tante cose. L’Ambrì ha perso la propria identità e nell'ultima stagione ha sofferto troppo in tanti aspetti. Ci vuole una squadra che scenda sul ghiaccio con le emozioni. Quest'anno non c’era l’energia giusta all’interno del gruppo e, questa mancanza, è da attribuire soprattutto all'allenatore. Avete poi visto i nostri giovani? Non c’è paragone con alcuni giocatori presi dall’esterno l'estate scorsa».

In passato il club ha quindi sbagliato la scelta di puntare su Kossmann?
«Questo non lo so. Ad ogni modo io penso che lui si sia un po’ "bruciato". È stato mandato via sia da Friborgo che da Ambrì per gli stessi motivi e ora per lui non sarà facile trovare un'altra sistemazione. Quando una società alla ricerca di un allenatore viene a sapere che in passato quel determinato coach ha avuto problemi a livello di gestione del gruppo e di stimoli dati ai giocatori ci pensa due volte prima di ingaggiarlo. Le voci girano molto nell’ambiente hockeystico».

Saresti favorevole alla creazione di una Commissione tecnica formata da ex giocatori?
«Assolutamente sì. Dev’esserci qualcuno che faccia gli interessi della società, che conosca bene la realtà e che faccia crescere tutto l'ambiente. In passato, quando giocai, ci furono dei volontari che si misero a disposizione del club, i quali operarono meglio rispetto ad alcuni dirigenti passati ad Ambrì negli ultimi anni. E alcune di queste persone lavoravano persino a gratis...».

In ballo c'è pure la posizione del direttore sportivo...
«Negli ultimi anni la gestione del direttore sportivo non è quasi mai funzionata. E anche quest’anno purtroppo i risultati non sono dalla parte di Ivano Zanatta. Con questo non voglio dire che non abbia svolto un buon lavoro, ma come spesso si dice sono i risultati che parlano…».

A Zanatta vanno però i meriti per aver creduto fino in fondo al progetto Rockets...
«Quello dei Rockets è un progetto molto bello ed è giusto che sia stata creata questa squadra, ma...».

...ma?
«Il problema lo troviamo a livello di Juniori Elite visto che Ambrì e Lugano non hanno tantissimi giocatori a disposizione. A mio avviso l’ideale sarebbe mettere insieme queste due squadre e creare una compagine ticinese unica, così da formare una bella piramide. Chi è più forte va a giocare nei Rockets, mentre chi deve crescere ancora resta negli Juniori».

Tornando all'Ambrì, Nicola Celio si metterebbe a disposizione se qualcuno lo chiamasse?
«Perché no? Se venisse creato un progetto serio e coerente sarei a disposizione per discuterne. In questi anni non ho mai voluto entrare poiché le varie proposte non mi hanno mai convinto appieno. Entrare con un’idea che non è condivisa dal club non avrebbe senso…».

E Dwyer? È da confermare?
«Quella dell'allenatore è la figura più importante. Quest'ultimo deve capire i giocatori, avere le conoscenze tecniche, saper stimolare la squadra e dar sempre tanta energia. In una compagine come l’Ambrì bisogna trovare una persona che abbia tutte queste qualità. Il club leventinese non può permettersi di sbagliare questo tassello. Onestamente Dwyer non lo conosco, la società dovrà parlare con i giocatori per capire cosa ne pensano loro».

Gli stranieri sono tutti in scadenza: è un bene?
«Non saprei. Anche qui bisogna riflettere. Ci vuole qualcuno che costi poco e che lavori duro».

Nicola, non ci resta che augurare "buon lavoro" alla società leventinese...
«L'importante sarà trovare le persone giuste che remino tutte nella stessa direzione. Ci vuole una ventata d’aria fresca che faccia partire una nuova macchina… Il lavoro non manca, ci vuole passione…».

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