Il presidente dell'Ambrì si è espresso in merito all'importante successo ottenuto contro il Losanna: «È dovere di un presidente tenere gli occhi e le orecchie sempre ben aperti»
AMBRI - Nella serata odierna, l'Ambrì è finalmente riuscito a centrare un importante successo contro il Losanna (3-2), dopo aver perso nove degli ultimi dieci incontri disputati. «Ci siamo messi tutti di impegno a sostenere questa squadra a cominciare da un pubblico che, malgrado i dispiaceri, era presente e ha fatto sentire la sua forza e questo è stato determinante», ha esordito il presidente leventinese Filippo Lombardi. «Credo inoltre che anche il fatto che il direttore sportivo sia stato capace di scendere in campo e di dare anche la sua energia alla squadra, sia stato indubbiamente un segnale positivo«
...e per chi dice che questa situazione sia sembrata una pantomima? «Ognuno può pensare quello che vuole. Mi sembra che il risultato parli da solo, così come credo che lo spirito che si è visto verso il finale di gara sia stato un segnale chiaro. Il secondo e il terzo tempo penso abbiano parlato da soli».
Si è però trattata solamente di una partita... «Si è trattata solo di una partita ed evidentemente tanto non bisogna abbattersi da una parte e tanto non bisogna esaltarsi troppo dall'altra. Andiamo avanti a monitorare la situazione molto attentamente e saremo vicini alla squadra e allo staff anche nei prossimi giorni».
Fino al derby sarà così? Non c'è esigenza di cambiare? «Questo lo deciderà il consiglio di amministrazione domani mattina (sabato, ndr) ma mi sembra che il segnale venuto dalla squadra sia stato forte. Non sarà una riunione di crisi: ascoltiamo il rapporto della direzione sportiva e non verrà valutata una sola partita, bensì l'insieme della situazione e poi naturalmente comunicheremo come è giusto che sia, ma non vedo una situazione di crisi».
Sotto la gestione Kossmann le vittorie sono comunque state poche... «Si potrebbe dire questo anche della presidenza Lombardi... e allora? Mi piacerebbe fare questo genere di statistiche che Brenno Canevascini tiene accuratamente. Le partite vinte sono meno numerose rispetto a quelle perse e questo è un po' il destino delle squadre più piccole, più povere, e lo sappiamo. Il destino dell'Ambrì è quello di essere una testimonianza, bisogna comunque dimostrare di avere cuore e di volerci credere anche nelle situazioni più difficili, da noi la coperta è piu corta. Negli altri club possono mancare cinque-sei giocatori importanti per infortunio e ci sarà sempre abbastanza riserva. Da noi invece questo manca e veniamo colpiti più di altri quando succedono determinate situazioni. Sappiamo che sicuramente c'è stato anche un momento di disagio all'interno dello spogliatoio e questo va discusso e affrontato con serenità. Abbiamo iniziato a farlo e continueremo a farlo».
Si tratta di una situazione spinosa in vista del progetto della nuova Valascia? «Evidentemente se vincessimo il campionato sarebbe più semplice trovare finanziatori. Detto ciò il progetto è a lungo respiro. Abbiamo annunciato che chiederemo una proroga di un anno e penso che la riceveremo perché anche altri progetti in Svizzera hanno il loro anno o due di ritardo, quindi non dovrebbe essere influenzato. Certo è che quando tutto l'ambiente ti sta addosso la pressione sale e può essere un po' più difficile trovare il dialogo con le persone giuste e buttare tutto l'entusiasmo che ci vorrebbe nel progetto della pista. La vittoria di oggi e la notizia positiva del preavviso favorevole del Cantone della licenza comunale di costruzione, che dovrebbe arrivare settimana prossima, unitamente alla decisione dell'accademia di comprare il sanatorio, sono diversi tasselli che in questo momento tutto a un tratto mi rendono l'orizzonte un po' piu roseo rispetto a una settimana fa».
Com'è nata la decisione di tenere Zanatta in panchina? «È stata un'idea di Zanatta, condivisa con Kossmann, che ci ha sottoposto. Personalmente ho trovato che fosse una buona idea mostrare ai giocatori che tutta la società sia dietro alla squadra con il massimo delle energie. È ovviamente una situazione non usuale e sicuramente non sarà sempre così. Con Laporte era successo che io stesso ero andato in panchina, nessuno se lo ricorda, ma perdavamo 4-0 e poi, quando sono sceso, abbiamo vinto 5-4. Qualche volta mostrare che ci siamo tutti dietro, che non ci sono spaccature, può essere sicuramente importante per la squadra».
Squadra commissionata o unita anche al derby? «Io spero veramente che la squadra ricominci dal primo minuto nel derby esattamente come ha finito questa sera contro il Losanna e il terzo tempo lascia ben sperare. Zanatta ancora in panchina? Domani parleremo con lo staff tecnico».
Ha già parlato con diversi candidati allenatori? «Non vedo perchè dovrei parlare con dei candidati, ma non vedo neanche perché non dovrei sentire e vedere quello che succede intorno. È dovere di un presidente e di una direzione sportiva tenere gli occhi e le orecchie sempre bene aperti»