Hofmann ha analizzato l'importante vittoria ottenuta dal Lugano contro i Lions in Champions, ultimo match prima della pausa: «Ci farà bene perché poi martedì all'Hallenstadion sarà una battaglia»
LUGANO - Dopo la terribile (sportivamente parlando) ultima settimana vissuta, il Lugano ha brindato all'arrivo di novembre con una vittoria, non tanto pesante dal punto di vista del risultato, ma essenziale per quanto riguarda il morale. Il 3-2 rifilato ai Lions, negli ottavi di finale di Champions Hockey League, lascia tutto aperto in ottica qualificazione («Sarà una battaglia martedì prossimo a Zurigo», ha sentenziato Hofmann), ma può ridare fiducia a tutta la truppa di Shedden.
E pensare che il match contro i Lions si era aperto con un primo tempo da brividi, che ha fatto pensare a un nuovo ribaltone dei bianconeri. Poi al 19'30 è giunto il guizzo di Hofmann e tutto è immediatamente cambiato: «Era troppo importante dimezzare lo scarto prima del 20' e questo gol ci ha dato fiducia per il continuo del match. Abbiamo lavorato benissimo anche in fase difensiva, Elvis ha parato tutto, ci siamo sacrificati bloccando diversi tiri», ha spiegato proprio il numero 15.
Nel secondo e nel terzo periodo si è visto un Lugano diverso rispetto alle ultime uscite. Un Lugano con la voglia di giocare e vincere...
«Dopo tutto quello che è successo settimana scorsa volevamo dimostrare che abbiamo carattere e grinta. Magari le cose non vanno sempre come vorremmo, non riusciamo a giocare bene, ma siamo capaci di riprenderci anche contro lo Zurigo. Ora possiamo andare in pausa col morale alto».
Facciamo un passo indietro: 6 punti incamerati contro Kloten e Langnau e poi il buio. Riesci a spiegare cosa è successo?
«È davvero complicato. Sicuramente con la testa non eravamo qui e ognuno deve guardarsi allo specchio e giudicare il proprio operato. Stasera abbiamo invece dimostrato le nostre qualità e il concetto di "squadra unita". Chiaramente la sconfitta di Langenthal non ha aiutato... nel weekend volevamo rifarci ma non abbiamo praticamente mai giocato il nostro hockey. Ormai non possiamo cambiare il passato: dobbiamo ripartire da questa vittoria evitando che certi episodi possano riaccadere. L'unica cosa che posso dire è che questa squadra, questo gruppo non lascerà mai affondare la barca e i suoi tifosi».
Sono parole importanti, anche perché i primi mugugni, le prime supposizioni in merito a problemi interni allo spogliatoio si fanno già sentire come a ogni ottobre...
«È indubbio che qualcosa manca da parte di tutti. Io per primo l'anno scorso in questo periodo avevo segnato di più, concedevamo di meno come collettivo agli avversari e se ora siamo in questa situazione è perché ognuno ha le proprie colpe e responsabilità. Sarebbe un peccato sprecare tutto perché questo gruppo ha le potenzialità per fare davvero qualcosa di importante».
Tu ora partirai per la Deutschland Cup e ancora una volta non riposerai come avviene dall'estate 2015 praticamente, mentre la squadra ora staccherà per qualche giorno. Quanto è importante poter riposare la testa dopo questi tre mesi intensi come non mai?
«Questi giorni di pausa faranno molto bene, permetteranno di staccare la testa dall'hockey per poter tornare pronti alla ripresa. Da agosto abbiamo giocato praticamente tre partite a settimana, avendo quasi sempre un solo giorno di libero. Per carità, questo è il nostro mestiere e va benissimo... ma poter svagare la testa è importantissimo anche in vista dell'acceso match di ritorno dove vorremo centrare la qualificazione».