I bianconeri escono dal weekend con due punti conquistati nella doppia sfida contro lo Zugo, in virtù del successo maturato in casa all'overtime e della netta sconfitta incassata alla Bossard Arena
LUGANO - Era partito alla grande il fine settimana del Lugano, impegnato nel doppio confronto contro lo Zugo: l'arrivo di Lapierre e il recupero di Vauclair avevano caricato l'ambiente, così come i due punti preziosi seguenti ottenuti all'overtime alla Resega nella serata di venerdì. Sabato invece il blackout: la squadra è naufragata alla fine del primo tempo, rimediando una sonora batosta (5-0). Si potrebbe definire un Lugano a due facce, anche perché da una parte i ticinesi sono sembrati ordinati e cinici, dall'altra spaesati e nervosi. La seconda partita, quella della Bossard Arena, ha messo in evidenza alcuni limiti della squadra che non si vedevano da un po' di tempo.
Per quanto riguarda la prima sfida, i bianconeri hanno gestito bene le forze e non sono stati fortunati perché avrebbero meritato il successo nei 60'. Avanti 3-2 dal 35' al 59', è stato solamente un guizzo di Grossmann a poco più di un minuto dalla fine del match a soffocare la gioia di Klasen e compagni, che già pregustavano i tre punti. La squadra ha comunque difeso molto bene il vantaggio, andando anche più volte vicino al colpo del ko senza riuscirci per un soffio.
Se il powerplay è sembrato piuttosto sterile rispetto agli standard, una nota di merito va al boxplay, che ha confermato il suo valore. Hofmann e compagni non hanno infatti lasciato spazi agli avversari neutralizzandoli spesso e volentieri, riuscendo anche a rendersi più volte pericolosi in contropiede con un uomo in meno sul ghiaccio. Oltre a questo Morini e Fazzini stanno crescendo partita dopo partita, così come Furrer - ripresosi alla grande dall'infortunio - e vero baluardo difensivo dal gol facile.
L'incontro di sabato ha invece mostrato la seconda faccia, quella più brutta della truppa di Doug Shedden. I bianconeri sono caduti in pieno nella rete delle provocazioni dei Tori, i quali si sono tolti qualche sassolino dalla scarpa dopo l'eliminazione rimediata l'anno scorso nei playoff. I 46' di penalità presi dai ticinesi e i 38' degli avversari, fanno capire molto bene come la sfida sia stata "regolata" piuttosto sul piano fisico che su quello del gioco. Oltre a questo sono tornate di moda le due reti incassate nel giro di poco più di 10 secondi: Lammer è infatti riuscito nell'impresa di sbloccare il risultato al 15'18 e di realizzare il momentaneo 2-0 al 15'31, rifilando una doccia gelata agli avversari e impedendo loro la rimonta. Evidentemente è mancata la concentrazione in un match in cui i bianconeri sembra abbiano avuto interesse a vincere solamente a suon di pugni.
Bisogna dire che l'assenza di Damien Brunner ha pesato molto: sono mancati i gol del numero 98 così come un giocatore che finalizzasse in rete le invenzioni di Klasen. Shedden ha optato per l'innesto di Lapierre in linea con Linus e Martensson, costruendo un mix di potenza e tecnica rivelatosi efficace solamente a metà. Bocciati per due volte consecutive quindi sia Sondell (sempre più lontano dalla Resega) che Zackrisson.
Il Lugano è così scivolato in ottava posizione in classifica (21 punti) e ha permesso ai Tori (29) di inseguire la capolista Zurigo (30) a un solo punto, senza dimenticare che i Lions hanno disputato una gara in più. La fatidica riga, con Davos e Ginevra appaiati in ottava posizione (19), è a soli due punti e anche se la situazione in questo momento non preoccupa particolarmente i vertici bianconeri, c'è anche da sottolineare che in un campionato equilibrato come questo non si può mai abbassare la guardia. È infatti sufficiente un weekend negativo per trovarsi nei bassifondi della classifica.
Il Lugano ha finora mostrato costanza a livello di risultati: i bianconeri hanno infatti disputato 14 incontri, di cui 5 vinti e 5 persi nei 60', così come due successi e due sconfitte maturate all'overtime o ai rigori.