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Il tecnico del Langnau Benoît Laporte si è espresso in vista dell'imminente inizio dei playout, dove i Tigers se la vedranno alla Malley contro il Losanna
LANGNAU - Questa sera - giovedì 3 marzo - si disputa anche gara-1 del gironcino dei playout. Il Losanna ospita il Langnau di Benoît Laporte, mentre l'Ambrì sarà di scena a Bienne.
A meno di cataclismi, sia i vodesi che i biancoblù, non dovrebbero incontrare particolari problemi e lasciare la finale per evitare lo spareggio salvezza ai Tigers e ai Seelanders. Ogni formazione disputerà 6 partite, ci saranno 18 punti in palio e in classifica il Losanna (67) conta una lunghezza in più dell'Ambrì (66), 10 in più del Langnau (57) e 17 in più de Bienne (50).
Benoît Laporte, come vedi la sfida di Losanna?
«Per noi si tratta di una partita importantissima e vogliamo vincere per mettere un po' di pressione sia all'Ambrì che al Losanna. Chiaramente se dovessero imporsi i vodesi sarebbero praticamente già qualificati, noi però andremo alla Malley con la convinzione di vincere al 100%».
Il recupero in classifica su una fra Ambrì o Losanna è dunque fattibile?
«In questa fase della stagione la squadra che insegue gioca sempre con meno pressione. Chiaramente l'ideale sarebbe vincere a Losanna e che l'Ambrì perda a Bienne: in questo modo ci sarebbero sette lunghezze di scarto con i vodesi e sei con i biancoblù, con 15 punti ancora a disposizione. Poi noi giocheremmo due partite di fila in casa e le cose potrebbero cambiare velocemente».
...e poi ci sarebbero anche i due scontri diretti contro i leventinesi...
«Certo e a quel punto tutto diventerebbe possibile. Il nostro obiettivo è proprio quello di dare filo da torcere alle due squadre che abbiamo davanti».
Peccato perché il Langnau a 7-8 partite dal termine della regular season aveva ancora addirittura la possibilità di qualificarsi per i playoff...
«Si, ma purtroppo non è andata così. Oltretutto che le ultime due partite di regular season, entrambe contro il Kloten, ci hanno penalizzato anche in ottica playout. Eravamo convinti di vincere almeno una gara contro gli Aviatori, così da avere meno punti di svantaggio dalla nona e dalla decima piazza. La battuta d'arresto di Zurigo non ci voleva, visto che quell'incontro ci ha proprio precluso le possibilità di disputare i playoff. Credo che la squadra si sia demoralizzata un po' dopo la sconfitta, ma siamo comunque molto soddisfatti della stagione che abbiamo disputato. Il nostro obiettivo era quello di lottare fino alla fine per avere la possibilità di piazzarci nei primi otto posti e ci siamo riusciti. Siamo felici perché abbiamo giocato molto bene, anche quando mancavano per infortunio dei giocatori importanti».
La squadra è cresciuta molto nel corso del campionato e l'anno prossimo potrà sicuramente dire la sua...
«Non so ancora se sarò qui l'anno prossimo, visto che non ho ancora firmato un contratto. I Tigers però, visti anche i tanti rinnovi di alcuni giocatori cardine, potranno sicuramente lottare dall'inizio per conquistare i playoff. Abbiamo dimostrato di poter competere contro chiunque in questa stagione: siamo per esempio riusciti a vincere a Zurigo, a Zugo e a Davos due volte. Abbiamo forse avuto poca esperienza nei momenti importanti. La squadra c'è, il gruppo è molto unito e mi piacerebbe continuare il lavoro iniziato quest'anno».
Cosa ne pensi della lotta per il titolo?
«Una cosa è sicura: lo Zurigo è una formazione incredibile e ha dimostrato di essere superiore a chiunque durante la regular season. I Lions hanno forza, talento e velocità: ovvero tutte le qualità per diventare campioni. Oltre a questo penso però che una delle finaliste uscirà dalla sfida fra Lugano e Zugo, sempre che le due squadre non sprechino troppe energie nel confronto diretto dei quarti di finale. I bianconeri per esempio da quando hanno Shedden hanno cambiato la mentalità e sono diventati davvero molto forti».
