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LNA"La Champions è un obiettivo. Coppa Spengler? Non vedo l'ora"

11.12.15 - 11:05
Il giovane ticinese del Davos, Marc Aeschlimann, sta diventando sempre più importante nello scacchiere di Arno del Curto
"La Champions è un obiettivo. Coppa Spengler? Non vedo l'ora"
Il giovane ticinese del Davos, Marc Aeschlimann, sta diventando sempre più importante nello scacchiere di Arno del Curto
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DAVOS - Una delle squadre di LNA protagoniste di questa stagione (2015/2016) è come di consueto il Davos. I grigionesi sono secondi in classifica nella massima serie svizzera a pari merito con lo Zugo (51 punti) e oltre a questo hanno centrato la qualificazione alla semifinale di Champions Hockey League. Fra i vari primattori c'è senza ombra di dubbio anche il giovane Marc Aeschlimann: in questo campionato il 20enne si è ritagliato uno spazio importante in squadra (26 partite, 7 punti) e ha avuto il merito di realizzare l'unica rete nella sifda d'andata dei quarti di finale di Champions (1-1) contro lo Skelleftea.

Marc Aeschlimann, cosa si prova a raggiungere la semifinale di Champions?
"Siamo chiaramente soddisfatti. Per noi era già un grande obiettivo essere nelle prime quattro del torneo e adesso vogliamo arrivare fino in fondo. Nel prossimo turno ci sarà il Frolunda, che è una squadra molto temibile, forse attualmente la migliore del campionato svedese. Sarà sicuramente un duello di alto livello, una battaglia".

Hai segnato anche una rete nei quarti di finale. Come ti senti? Quest'anno sei diventato un protagonista a Davos...
"Sono felice per come stanno andando le cose a Davos. Ho avuto a disposizione molto ghiaccio finora, più di quanto mi aspettassi a inizio stagione e mi auguro di continuare così. La rete in Champions è stata importante, ma avrebbe potuto segnarla chiunque". 

Sei alla sesta stagione nei Grigioni, la terza con la prima squadra e hai iniziato a realizzare i primi gol...
"Mi sono sempre trovato molto bene, anche nelle giovanili. Bisogna anche dire che sono stato molto fortunato ad arrivare nei Grigioni proprio in questi anni. C'è stato qualche cambiamento in squadra, visto che tanti giocatori cardine che hanno giocato tanti anni a Davos, hanno terminato la loro carriera. Questo mi ha permesso, così come ad altri giovani, di avere l'occasione giusta per integrarmi in prima squadra".

Che allenatore è Del Curto?
"Come tutti ben sanno è un coach speciale che ha avuto molto successo nella sua carriera. Riesce sempre a trascinare la squadra e a trovare le parole adatte per ogni singolo giocatore. È un grande motivatore".

Il Davos ha sempre avuto giocatori che hanno trascorso una vita nella società, vedi i vari Von Arx, Wieser, Forster...
"Del Curto vuole costruire il suo tipo di gioco. In questo modo, tenendo i suoi uomini, non ha bisogno di insegnare da capo i suoi schemi ogni anno, riuscendo così a costruire un sistema sempre più forte e sempre più stabile. Questo diventa un vantaggio soprattutto in Champions League, dove gli avversari non sono abituati ad affrontare un avversario così organizzato". 

Come lo vedi il campionato? Inizialmente eravate un po' sottotono...
"Di sicuro il nostro obiettivo non è solo la Champions, bensì anche il campionato. A inizio stagione non eravamo molto contenti delle nostre prestazioni, tranne in Europa, dove riuscivamo a giocare molto meglio. Ultimamente abbiamo invece vinto tante partite anche in LNA, ma non stiamo ancora esprimendo il nostro miglior gioco. Fra poco ci sarà la Spengler e non sarà facile conciliare tutti gli impegni. Adesso abbiamo però una rosa abbastanza grande e possiamo attuare una buona rotazione, facendo riposare ogni volta chi lo necessita". 

Sei emozionato per la Coppa Spengler?
"Sì, ci sto pensando da un po' di tempo: non vedo l'ora di scendere sul ghiaccio e di vivere quel tipo di atmosfera, con i tifosi che vengono un po' da ovunque. È una festa in generale e le partite le trasmettono live anche in Canada. Mi auguro di giocare il più possibile, anche perché saranno presenti diversi grandi giocatori dai quali posso imparare molto. Oltre a essere un torneo importante, la Spengler è una grande tradizione: penso che a ogni giocatore piacerebbe giocarla almeno una volta nella vita". 

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