Spagna padrona e sprecona: gli azzurri si impongono 5-3 ai rigori
Mercoledì, Inghilterra-Danimarca “deciderà” l’altra finalista.
LONDRA - Una grande Spagna, ispirata e grintosissima, ha chiuso con un pianto un Europeo cominciato in sordina ma completato in crescendo. In semifinale, contro l’Italia, gli iberici hanno infatti dominato sul piano del gioco, senza però riuscire a imporsi nei 90’ e neppure nei supplementari (1-1 il parziale). Ai rigori, poi si sono arresi, facendo il pieno di delusione.
Ci si aspettava l’ondata azzurra e invece, nel primo tempo, si sono viste praticamente solo le Furie Rosse. Ottimamente guidata da Sergio Busquets e accesa dalle accelerazioni di Pedri, Dani Olmo e Ferran Torres soprattutto, la truppa di Luis Enrique ha comandato ritmo e gioco. Ha graffiato - con Dani Olmo (bravo Donnarumma) e Oyarzabal - ma non affondato i colpi. Ha tenuto la palla (61% del possesso, ma è arrivata anche al 70%) ma ha verticalizzato pochissimo. Al 45’ una delle occasioni più nitide della frazione è così capitata all’Italia che, con Emerson Palmieri, innescato in contropiede da Insigne, è andata vicina al vantaggio.
Più grintosi ma comunque troppo imprecisi, Chiellini e soci hanno cominciato al piccolo trotto anche la ripresa. E hanno continuato a rischiare. Chiedere a Donnarumma, che ha tremato sulle conclusioni da fuori di Busquets e Oyarzabal. Più ispirati Jorginho, Barella e Verratti, pure gli uomini di mister Mancini sono tuttavia riusciti a offendere e lo hanno fatto con il “solito” Chiesa. Federico, figlio d’arte, ha prima impensierito Unai Simón al 53’ calciando dalla destra, e poi lo ha incenerito, 7’ dopo, con un tiro a giro dalla sinistra. Pur stordita, la Spagna ha comunque immediatamente ripreso a macinar gioco, sfiorando il pari con Oyarzabal - improvvido a cinque metri dalla porta - già al 65’. Gli azzurri hanno risposto con Berardi (al 68’ su servizio di Chiesa); in generale però sono rimasti in balia degli iberici, volenterosi, generosi. E così alla fine, dopo una nuova buona occasione capitata a Berardi, sono capitolati. All’80, dopo una combinazione in velocità con Dani Olmo, Morata si è infatti presentato da solo davanti a Donnarumma. E lo ha freddato, spedendo tutti ai supplementari.
Lì ha dominato la stanchezza, soprattutto quella dell’Italia, che praticamente mai è riuscita a mettere il naso nella metà campo rivale. A parte in occasione di una carambola innescata da Dani Olmo (98’), Locatelli e soci hanno però anche rischiato poco, portando la sfida ai rigori. A quel punto, nell’esercizio più complicato - almeno a livello mentale - a ridere sono stati proprio gli azzurri, che hanno così staccato il pass per la finale di domenica.