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Joao Felix è stato eliminato da Euro 2020 contro il Belgio negli ottavi di finale e ora tifa per i cugini iberici.
Articolo redatto da Antonio Fontana.
“Troppo gracile”. I responsabili del settore giovanile del Porto erano convinti che con quel fisico minuto João Félix non avesse alcuna chance di emergere nel mondo del pallone, perciò scelsero di scartarlo quando ancora doveva compiere 15 anni. È vero, durante la sua adolescenza il portoghese non spiccava di certo per l’imponenza della sua corporatura, tuttavia già all’epoca era ben chiaro che il bagaglio tecnico di cui era provvisto non poteva essere trascurato. Ecco perché il Benfica non cincischiò nell’accaparrarsi le doti del classe ’99 non appena venne liquidato dai rivali.
Gli servì giusto il tempo di inserirsi nella squadra prima di dimostrare, anche platealmente, quanto il Porto fosse in torto nella sua valutazione. Proprio in faccia ai “dragões”, nel loro stadio, João Félix segnò un gol determinante, che permise al Benfica di scavalcare il Porto in cima alla classifica, assicurandosi di fatto la conquista del campionato. In quell’annata, la sua prima da professionista peraltro, l’allora 19enne brillò a tal punto da diventare una stella di caratura mondiale.
L’Atletico Madrid sborsò circa 127 milioni per portarlo alla corte di Simeone, dove raccolse l’eredità del connazionale Ronaldo come fuoriclasse portoghese nella capitale iberica. A due anni dal suo approdo ai Colchoneros, il prodigio lusitano pare non aver ancora trovato una dimensione all’interno del sistema cholista, ma l’estro cristallino per cui si è fatto conoscere non è certamente svanito nell’etere.
Escluso dai giochi che contano di Euro 2020, dove puntava a cunquistare il suo primo titolo con il Portogallo campione, João Félix resta una realtà del calcio lusitano e spagnolo.
