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BELLINZONA"Un gay nello spogliatoio? Quello che conta sono i gol"

09.01.14 - 13:14
Hitzlsperger ha fatto bene a fare coming out? Türkyilmaz è sicuro: "La scelta è giusta. I problemi se li creano le persone poco intelligenti"
Keystone
"Un gay nello spogliatoio? Quello che conta sono i gol"
Hitzlsperger ha fatto bene a fare coming out? Türkyilmaz è sicuro: "La scelta è giusta. I problemi se li creano le persone poco intelligenti"
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BELLINZONA  – Thomas Hitzlsperger è l’ultimo della lista. L’ultimo ad aver fatto coming out e ad aver dichiarato al mondo intero le proprie preferenze sessuali. Prima di lui tanti, in molti sport (nelle settimane passate si è pronunciato il tuffatore britannico Tom Daley), hanno sfidato il bigottismo imperante per rivendicare il sacrosanto diritto di vivere serenamente le proprie emozioni.

Perché purtroppo, nel 2014, sono ancora molti quelli che considerano l’omosessualità qualcosa di sbagliato. Sempre parlando di sport, Evander Holyfield, qualche giorno fa si è lasciato scappare un poco sensato “I gay sono malati, andrebbero curati”. Siamo ancora a questo punto?
“Penso che di persone poco intelligenti ce ne siano parecchie – è intervenuto Kubilay Türkyılmaz, ex bandiera di Bellinzona e Grasshopper – gli individui che hanno problemi nell’accettare la diversità, purtroppo non mancano”.

Hitzlsperger ha appeso le scarpe al chiodo prima di parlare del suo orientamento sessuale.
“Ha fatto bene a dichiarare quel che è. Anzi, avrebbe dovuto farlo subito. Sarebbe stato un suo diritto. Una volta rese note le proprie preferenze che cambia? Che sarebbe cambiato?”.

In oltre quindici anni di carriera, partendo dal Ticino e passando per Italia, Turchia e Germania, hai diviso lo spogliatoio con centinaia di colleghi. Tra questi c’è stato qualcuno che era “ufficialmente” gay?
“A dire il vero no. Non ho mai saputo di compagni omosessuali. Ma anche se qualcuno di essi avesse rivelato pubblicamente le proprie preferenze sessuali per me non ci sarebbe stato alcun problema. Importante era che facesse gol – o comunque che giocasse bene - non certo le sue sensazioni più intime”.

La fai facile. Eppure, lo stiamo vedendo, serve coraggio per fare coming out…
“Il punto è proprio questo. Una persona non dovrebbe sentirsi in imbarazzo nel dichiarare quel che sente, quel che è. Il problema, casomai, sta in quelli che poi devono accettare questa scelta, legittima”.

Ovvero?
“Nello spogliatoio per me eravamo tutti uguali. Non tutti i calciatori che ho conosciuto erano tuttavia abbastanza maturi da rispettare l’essere di un compagno. La maggior parte di questi lo era certamente. Qualcuno, forse molti, ne sono sicuro, per nulla”.

Eppure la società, lo sport, dovrebbe essere ormai abbastanza maturo per accettare senza discriminare.
“Sicuramente con gli anni sono stati fatti enormi passi avanti. In passato il mondo del pallone – parlo di quello perché lo conosco – era infatti più “chiuso”. Ora qualcosa è cambiato, anche se di strada da fare ce n’è ancora molta”. 

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