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L’OSPITE - ARNO ROSSINITutto o (quasi) nulla: Lugano, è il tuo momento

11.05.22 - 07:00
«Con il Lugano la Lega è stata scorretta e deludente. C’è stata una totale mancanza di rispetto»
TI-Press
Tutto o (quasi) nulla: Lugano, è il tuo momento
«Con il Lugano la Lega è stata scorretta e deludente. C’è stata una totale mancanza di rispetto»
«Contro il Servette, i giocatori del Lugano non tireranno indietro la gamba».
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GINEVRA - Sudi, soffri, ti batti per mesi… e poi la tua stagione si decide in una settimana. O anche meno. Così è per il Lugano, che tra oggi in campionato e domenica in coppa scoprirà qual è il reale gusto di questa annata. 

«Cominciamo dalla partita di questa sera - è intervenuto Arno Rossini - è ovviamente fondamentale nella corsa al terzo posto della classifica. Dopo la vittoria dello scorso weekend contro lo Young Boys, i bianconeri hanno visto aumentare le loro possibilità di raggiungerlo. Se vorranno continuare a sperare nel piazzamento, saranno però obbligati a vincere per poi dare tutto nelle ultime due giornate».

E qui c'è il primo problema: spremersi al massimo oggi potrebbe infatti far consumare energie importanti per la finale con il San Gallo.
«Questo è vero, ma io sono sempre convinto del fatto che vincere aiuti a vincere. Contro il Servette, il Lugano proverà a imporsi, ne sono sicuro. I giocatori non tireranno indietro la gamba. Mattia Croci-Torti pretenderà che tutti diano il massimo. Alla coppa si pensa da domani».

Giocano i migliori, al netto di squalifiche e infortuni?
«Di sicuro qualche conto Mattia lo farà. Ma proporrà certamente un undici competitivo. Finora è stato molto bravo a far girare gli uomini e così facendo ha trovato elementi importanti durante la stagione. Penso per esempio all'ultimo Amoura».

Sbrigata la pratica Servette, i bianconeri si fermeranno a Nyon per poi raggiungere Berna dopo un paio di giorni. Nel frattempo il San Gallo, che ha giocato ieri, avrà riposato 24 ore in più e già provato il sintetico sul quale si giocherà la coppa.
«La situazione è scomoda e spiacevole. La Lega si è mostrata poco sensibile e poco attenta alle necessità delle società. Del Lugano in questo caso, per il quale la Coppa Svizzera è un obiettivo storico: di finali, i bianconeri non ne fanno ogni anno». 

La Lega è stata solo distratta o c’è della malafede?
«Di malafede non parlerei. Di sicuro, comunque, è stata scorretta. Da un ente che dovrebbe essere sempre al di sopra delle parti, c’è stata una totale mancanza di rispetto. Il comportamento dei dirigenti della SFL è stato deludente».

Ci sono i diritti TV di mezzo e probabilmente non si sarebbe potuto modificare l’intero calendario per far disputare la finale dopo la chiusura della Super League. Però…
«Con la buona volontà una soluzione si può sempre trovare. Forse non si sarebbe potuto cambiare pesantemente il programma; almeno garantire la contemporaneità delle sfide di San Gallo e Lugano mi sembrava in ogni caso possibile».

Ma davvero, a questo punto della corsa, le 24 ore e il “campo” sono vantaggi così importanti?
«Molto. In questo modo il San Gallo potrà lavorare di più e meglio in vista dell'incontro di domenica. Pensate che, quando devono affrontare un avversario su un sintetico, per prepararsi ci sono squadre che lavorano su quella superficie per una settimana. E considerate la forma dei ragazzi: se qualche bianconero dovesse farsi male avrebbe un giorno meno di quello concesso ai biancoverdi per provare a recuperare. Attenzione però: tutta questa situazione potrebbe, alla fine, anche favorire il Lugano. Convinti di non essere stati trattati in maniera equa, i ticinesi potrebbero infatti anche reagire: trarre carica e voglia dal torto subito. Magari riusciranno a interpretare la partita come un “noi contro tutti” e per questo battesi con ancor maggiore convinzione».

Dovranno essere ben “indirizzati”.
«In questo Croci-Torti si è dimostrato bravissimo. Ma d’altronde è da mesi che lo dimostra: è subentrato in una situazione difficile e contro ogni pronostico ha portato in alto la squadra. È diventato allenatore per caso ma è diventato l’uomo in più di questo Lugano».

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