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MILANOMino Raiola morto, la conferma arriva dalla famiglia

30.04.22 - 16:25
Dopo il caos dei giorni scorsi, Mino Raiola ha perso la sua battaglia più importante
Keystone
Mino Raiola morto, la conferma arriva dalla famiglia
Dopo il caos dei giorni scorsi, Mino Raiola ha perso la sua battaglia più importante
Il super agente ha rivoluzionato il mondo del calcio
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MILANO - Mino Raiola non ce l’ha fatta: a 54 anni ha perso la sua battaglia più importante. Malato da tempo e già sottopostosi a gennaio a un delicato intervento al San Raffaele di Milano, il noto procuratore calcistico è spirato a causa delle complicazioni di una grave malattia polmonare. 

"Con infinito dolore annunciamo la scomparsa di Mino, il più straordinario procuratore di sempre - si può leggere nella nota rilasciata dalla famiglia - Mino ha lottato fino all'ultimo istante con tutte le sue forze proprio come faceva per difendere i calciatori. E ancora una volta ci ha resi orgogliosi di lui, senza nemmeno rendersene conto. Mino è stato parte delle vite di tanti calciatori e ha scritto un capitolo indelebile della storia del calcio moderno. Ci mancherà per sempre e il suo progetto di rendere il mondo del calcio un posto migliore per i calciatori sarà portato avanti con la stessa passione. Ringraziamo di cuore coloro che gli sono stati vicini e chiediamo a tutti di rispettare la privacy di familiari e amici in questo momento di grande dolore".

Solo pochi giorni fa si era diffusa, prematura, la notizia della dipartita del procuratore. Notizia subito smentita (e per la quale la stampa italiana era finita nell'occhio del ciclone) ma che aveva fatto capire quanto delicate fossero le condizioni di Raiola, protetto dagli assistiti, dagli amici e anche dai medici che l'avevano cura. "Sta lottando", aveva specificato il professor Zangrillo, raccontando del ricovero in terapia intensiva e facendo trasparire comprensibile (visto poi l'esito della vicenda) preoccupazione.

Cominciato a muoversi nel mondo del calcio nel 1987 diventando responsabile del Settore giovanile dell’Haarlem, l’agente italo-olandese si era velocemente ritagliato un ruolo di spicco nel panorama internazionale. I primi colpi di “grido” sono datati 1993 quando portò all’Inter gli olandesi Dennis Bergkamp e Wilhelm Jonk. Da lì la salita inarrestabile che, “piazzando” a ripetizione - tra i tanti - Nedved, Ibrahimovic, Pogba, Balotelli, Donnarumma, De Vrij, de Ligt e Haaland, gli fece guadagnare notorietà, flash e milioni. Conosciuto per i suoi modi schietti, la parlata rapida e l’amore incondizionato ottenuto dai suoi assistiti, il procuratore è stato a lungo in guerra con le istituzioni pallonare, che sognava di riformare.

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