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L’OSPITE - ARNO ROSSINI«Il pari della Nazionale? Piuttosto… non ha vinto l’Italia»

08.09.21 - 08:00
Arno Rossini: «Siamo nelle mani di San Sommer»
Imago
«Il pari della Nazionale? Piuttosto… non ha vinto l’Italia»
Arno Rossini: «Siamo nelle mani di San Sommer»
 «Un pari a Belfast? Poi saremmo costretti ad andare a vincere a Roma...»
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BELFAST - La prima settimana da selezionatore per Murat Yakin è stata ottima: sono arrivati i risultati e ci sono state le prestazioni. Contro la Grecia è andato tutto bene e contro l’Italia - tenuto conto delle condizioni nelle quali versava la nazionale, priva di diversi titolari - è andata anche meglio. Tutto bene quindi, tutto perfetto? Si può guardare al futuro con fiducia? A dire il vero l’esamone, per il tecnico rossocrociato, deve ancora arrivare: la partita più complicata del primo terzetto è infatti quella di questa sera, quando la Nati sfiderà in trasferta l'Irlanda del Nord. 

«Contro gli azzurri, campioni d'Europa in carica e favoriti per il successo al Mondiale, era in fondo facile preparare tatticamente la sfida - ha ammesso Arno Rossini - non si poteva pensare di fare altro che difendere e provare a ripartire in contropiede. Murat, comunque, è stato bravo: è riuscito a far dare il massimo a tutti, encomiabili per cuore e carattere, e ha azzeccato le scelte: da Frei in mezzo al campo ai cambi. E ha ottenuto quanto desiderato. Nel match di Belfast però non si potrà speculare. Non si potrà aspettare l'avversario per poi provare a ripartire: un pareggio potrebbe infatti tagliarci fuori dalla volata per il primo posto. Poi saremmo costretti ad andare a vincere a Roma...».

L’Irlanda del Nord non sembra però impossibile.
«Invece io penso che ci attenda una partita complicatissima. Ci troveremo di fronte un avversario che ha voglia, gamba e pure abbastanza qualità in mezzo al campo. Ci sarà insomma da soffrire».

Non come contro gli azzurri.
«Quella partita... non l'ha vinta l’Italia, è giusto essere sinceri. Non ce l’ha fatta perché ha fallito le occasioni che le sono capitate e perché noi siamo stati molto bravi, molto accorti tatticamente. A Basilea abbiamo avuto l’atteggiamento giusto; a Belfast dovremo tuttavia essere molto più intraprendenti. E questo, viste le assenze, non sarà semplice».

Yakin dovrà inventarsi qualcosa a livello tattico?
«Senza tanti elementi offensivi sarà difficile. Per prima cosa, il selezionatore dovrà provare a non lasciare Seferovic da solo lì davanti. Dovrà trovare il modo di sorprendere i nordirlandesi, qualcosa che vada oltre le palle ferme, nelle quali siamo bravi. In una partita come questa non sarebbe stato male aver avuto qualche giocatore di qualità in più. Penso a uno come Marchesano, per esempio, che avrebbe potuto darci un po’ di imprevedibilità, al contrario di quel che può portare Lauper». 

Si giocherà per limitare i danni - tenendo conto che un pari probabilmente escluderebbe l'Irlanda del Nord dalla corsa al secondo posto - o la Nati proverà a osare?
«Nelle prime due partite Yakin ha portato avanti il discorso fatto per anni da Petkovic - puntando su solidità e coesione del gruppo - e cercato, nel limite del possibile, di mostrare un gioco propositivo. Credo che la stessa cosa debba farla questa sera, quando non dovrà lasciare completamente il pallino del gioco in mano i nostri rivali i quali, soprattutto nella prima mezzora, faranno fuoco e fiamme. Noi dovremo essere bravi a resistere con ordine, cercando inizialmente di ribattere colpo su colpo. Poi serviranno però idee e coraggio. Ciò che mi preoccupa un po’ sono i nostri difensori, che ho trovato ottimi a livello fisico ma un po' lenti. Andranno “coperti”. Mentre, mi pare ovvio, sono tranquillissimo per quel che riguarda il portiere. Nonostante non sia un gigante, Sommer è infatti eccezionale. È uno dei migliori in circolazione. In Bundesliga, quando fanno scouting, cercano estremi difensori molto alti; sopra il metro e ottantotto. Ian non raggiunge quell'altezza ma riesce a compensare un fisico normale con delle qualità super. È estremamente reattivo e questo gli permette di non andare mai per terra, di aspettare fino all'ultimo prima di muoversi. Contro l’Italia ci ha salvato più volte. Nel recente passato ci ha salvato più volte. Siamo nelle sue mani, nelle mani di San Sommer».

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