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L’OSPITE - ARNO ROSSINI«Yakin lavora a gettone e sembra poco coraggioso»

01.09.21 - 11:24
«Grecia, Italia, Irlanda del Nord: con risultati negativi la posizione del selezionatore si farebbe subito difficile»
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«Yakin lavora a gettone e sembra poco coraggioso»
«Grecia, Italia, Irlanda del Nord: con risultati negativi la posizione del selezionatore si farebbe subito difficile»
Arno Rossini: «Marchesano meritava un’opportunità, anche per dare peso e valore al campionato svizzero».
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PRATTELN - Nonostante le tante defezioni non ci sarà Antonio Marchesano - sicuramente uno dei migliori giocatori di Super League - e in generale nella prima Svizzera di Murat Yakin i volti nuovi si potranno contare sulle dita di una mano. Per il terzetto di sfide contro Grecia, Italia e Irlanda del Nord, il nuovo selezionatore ha infatti puntato sull'usato sicuro: non si è molto allontanato dalle solite chiamate di Vlado Petkovic. “Non c'era il tempo per fare dei cambiamenti profondi”, è stata l'indicazione di molti. “Gli esperimenti si faranno più avanti”, hanno aggiunto altri. Tutto vero, anche se l'ultimissima emergenza avrebbe potuto portare a decisioni diverse. Yakin ha però poco tempo per dimostrare di poter dare la sua impronta alla Nazionale. Poco più di un anno, secondo il contratto. O forse anche meno. Le prime indicazioni su quel che sarà il futuro rossocrociato di Murat potrebbero infatti arrivare molto prima. 

«Io credo che già questa settimana possa essere estremamente importante - è intervenuto Arno Rossini - Qualora dovessero arrivare risultati negativi, la posizione del selezionatore si farebbe infatti subito difficile».

Questo a causa del suo contratto?
«Anche. Il fatto di lavorare praticamente a gettone non l'aiuta. In più in Yakin, per quel che ha detto alla stampa, per come si è posto, io ho visto poco coraggio. Le sue dichiarazioni non mi sono sembrate molto propositive. Un professionista nella sua posizione dovrebbe invece mostrarsi determinato e ambizioso».

Senza scadere nell'arroganza.
«In alcuni casi serve invece anche quella. Con quella, a volte, riesci a far passare dei messaggi importanti al gruppo, riesci a farti seguire».

Le convocazioni ti hanno convinto?
«Manca Marchesano. E anche questa scelta denota poca tranquillità. È condivisibile il fatto che Murat abbia voluto continuare sulla strada tracciata da Vlado; Marchesano meritava in ogni caso un'opportunità per quanto fatto in questa prima parte di stagione e anche per quanto fatto tutto l'anno scorso. Antonio è sicuramente un giocatore importante; avrebbe potuto portarlo e poi eventualmente decidere sul suo utilizzo. Questo anche per dare peso e valore al campionato svizzero».

Convocazioni simili a quelle di Petkovic significano gioco simile a quello di Petkovic?
«Yakin ha avuto poco tempo per lavorare, quindi è giusto che non venga stravolto tutto. La sua impronta dovrà però già vedersi, per la Nazionale e per sé stesso: non può vivere di rendita se vuole farsi confermare. Certo, importantissimi saranno i risultati; lo stile di gioco avrà tuttavia sicuramente un peso in sede di rinnovo».

Temi possa essere timido?
«Credo che l’incertezza relativa al suo incarico, unita alla mancanza di grinta che mi pare di aver notato, possa portarlo a speculare. A pensare al “primo non prenderle”. E questo sarebbe un errore gravissimo. Petkovic, faccio un esempio, mai ha disegnato la Nazionale pensando agli avversari: ha sempre cercato di comandare il gioco con moduli precisi e idee chiarissime. A volte ci riuscito, altre meno, ma il coraggio c’è sempre stato e i messaggi recepiti dal gruppo sono sempre stati positivi». 

Grecia, Italia, Irlanda del Nord.
«Terzetto difficilissimo e per certi versi già potenzialmente decisivo. In una settimana, secondo il mio parere, Yakin si giocherà già una grossa fetta di riconferma. Dovesse fare molto male o la squadra dovesse destare una pessima impressione, in Federazione potrebbero infatti già decidere di muoversi pensando al futuro. Almeno, così dovrebbero fare… Nel calcio, per ottenere buoni risultati, devi infatti anticipare gli eventi. È quindi giusto sostenere in tutto e per tutto Murat, sperare che la Nazionale riesca a fare bene e a conquistare un’importantissima qualificazione al Mondiale, rimanendo però all’erta. Se Yakin dimostrerà di non essere l’uomo giusto nel posto giusto, a Muri dovranno rendersene conto velocemente e cominciare il prima possibile a cercare un sostituto all’altezza. Così da arrivare alla scadenza del contratto del selezionatore con un nome importante già “bloccato”».

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