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L’OSPITE  -  ARNO ROSSINI«Con CR7 il Real sempre in fondo alla Champions, i bianconeri invece...»

17.03.21 - 08:00
«Ronaldo la ciliegina, ma se poi non hai gli ingredienti per la torta... Il Barça ha speso male».
Imago
«Con CR7 il Real sempre in fondo alla Champions, i bianconeri invece...»
«Ronaldo la ciliegina, ma se poi non hai gli ingredienti per la torta... Il Barça ha speso male».
Arno Rossini ha puntato il dito contro chi ha disegnato bianconeri e blaugrana. «Anche se la pandemia...».
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TORINO - Per la prima volta dal 2005 Cristiano Ronaldo e Leo Messi - e le rispettive squadre, ovviamente - sono usciti agli ottavi di finale di Champions League. Hanno invece proseguito la loro corsa campioni come Kylian Mbappé ed Erling Haaland. “Un’epoca è terminata”, si è scritto. Ma anche “È il nuovo che avanza” o “La caduta degli dei” o ancora “Sono finiti”. Che francese e norvegese rappresentino il futuro è chiaro; davvero però portoghese e argentino sono ormai solo il passato?

«Ronaldo e Messi sono ancora fortissimi - ha sottolineato Arno Rossini - sono ancora calciatori di livello mondiale. I migliori». 

I numeri non sono però dalla loro parte. CR7 non ha aiutato la Juve a vincere la Champions - ed era stato preso per quello - mentre Leo non alza un trofeo (la Liga) dal 2019.
«Quelli sono i trofei di squadra. A livello personale, però, i due sono ancora incisivi. Devastanti. Il primo ha siglato 30 gol in 33 match stagionali e ha appena superato il record di marcature di Pelé. Il secondo è a quota 27 reti in 36 presenze e ha eguagliato il primato di Xavi in quanto a presenze in maglia blaugrana. Il loro contributo, come vedete, lo danno sempre. Se non ci sono gioie “di gruppo” è per colpa di altri». 

Manca il contorno?
«Il numero 7 della Juve e il “diez” del Barça da tempo ormai non partecipano più molto alla fase difensiva. Però poi ti danno tantissimo in attacco: negli ultimi 30 metri sono eccelsi. Imprendibili. Se vuoi ingaggiare uno dei due - o continuare a contarci - non puoi non tenere conto di difetti e pregi. Sono fenomenali, ma non vincono da soli».

Insomma, a non essere all’altezza della situazione sono torinesi e catalani?
«Sì, certo, ovvio. Se la Vecchia Signora avesse avuto molti altri campioni in rosa e un allenatore all’altezza - parlo ovviamente di quest’anno - la Champions avrebbe anche potuto vincerla». 

Pirlo…
«Ne abbiamo già parlato. In futuro potrebbe anche essere bravissimo; adesso non ha tuttavia l’esperienza per affrontare al meglio le difficoltà. Il classico “piano B”. E di difficoltà, tenendo conto anche di quanto ha influito la situazione sanitaria globale, la Juve ne ha avute parecchie».

La pandemia ha pesato anche sui conti dei club.
«Forse pure per questo a Torino non sono stati in grado di dare al portoghese un supporting cast all’altezza. Di certo, chi punta il dito solo contro il lusitano sbaglia. Io guarderei più indietro. Bentancur, Arthur, McKennie… bravi ma non campioni».

Via Ronaldo, in Europa il Real ha sempre fatto cilecca. Domanda provocatoria: se CR7 non si fosse mai tolto la camiseta blanca?
«A Madrid sarebbero stati estremamente più competitivi. Il 30% in più direi. Avrebbero sempre avuto la possibilità di arrivare in fondo alla Champions League. La Juve invece... Vedete, Ronaldo è una ciliegina, ma per la torta servono tutti gli ingredienti. E che siano quelli giusti. Al Santiago Bernabeu li hanno, li hanno sempre avuti. A Torino no». 

Chi è rimasto ma non ha vinto comunque è Messi.
«Il discorso è simile. I trofei hanno cominciato a scarseggiare quando gli “altri” dieci in campo hanno smesso di essere funzionali a un giocatore incredibile come l’argentino. Lionel non vince da solo. E, come Ronaldo, non vince se non ha una squadra al suo servizio. Se invece gli altri lavorano per lui, ecco che campionati e coppe si possono accumulare». 

Il Barcellona ha più soldi della Juve.
«Ma li ha spesi male. Griezmann, giusto per fare un nome, è forte?».

Molto.
«Coutinho?».

Anche lui.
«Giustissimo, ma con le loro caratteristiche mal si “completano” con Messi. Meglio Suarez. O Benzema, per Ronaldo. Con i due campionissimi di cui stiamo parlando non si può scendere a compromessi; se lo si fa, si spreca parte di quello che possono dare come valore aggiunto». 

Il futuro di Juve e Barça, a livello economico, non sembra roseo. Significa che, per continuare a vincere, CR7 e Leo partiranno?
«La mia opinione è che… sì, a fine anno cambieranno aria. Secondo me il lusitano tornerà a Madrid per provare a spremere il massimo dagli ultimi due-tre anni ad alto livello che gli rimangono. Leo andrà da Guardiola».

Niente PSG?
«A Parigi ci sono tanti campioni. Ma, pur confidando nella bravura di Leonardo, non bastano delle figurine per trasformare in vincenti delle squadre. Tutto può essere, ma un Manchester City che gira attorno alla Pulce io già me l’immagino».

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