Il pari di Sion ha dato conferma del carattere dei bianconeri, costretti però a migliorare per rimanere in alto.
Tanto gioco, poche reti, mister Jacobacci deve trovare una soluzione.
LUGANO - Una prestazione convincente, tanta sicurezza nei propri mezzi, qualche sbavatura e un punto guadagnato con un gol in extremis. Il Lugano del nuovo anno è molto simile a quello che si è visto e apprezzato nel 2020. Quasi come se non ci fosse stata la sosta di mezzo, nel complicato recupero di Sion i bianconeri hanno infatti una volta ancora dimostrato di padroneggiare il loro efficacissimo gioco, di essere in grado di muoversi con un baricentro alto e di sapersi comportare da “grande”. Non solo speculazione insomma, ma anche tanto coraggio.
Tutto bene, quindi? Premesso che muovere la classifica è sempre estremamente positivo, i ticinesi dovrebbero forse trovare il modo di essere più “spicci”, come la prima parte delle azioni che imbastiscono. Creare ma non concretizzare, alla lunga potrebbe infatti costare caro. E poi il carattere: alla truppa di Jacobacci non manca e grazie a quello si è spesso salvata. “Affidarsi” con continuità al guizzo in zona Cesarini, già estremamente premiante in questa stagione, è in ogni caso un esercizio più che rischioso. Oggi va bene, domani...
Il mister ha avuto poco tempo per lavorare e ancora deve poter godere di Abubakar, quindi è giusto che l'ottimismo avvolga lo spogliato di Cornaredo. Una classifica tanto corta e un campionato con tante trappole chiedono tuttavia velocità (nello sviluppo di soluzioni alternative) e parecchia attenzione. Solo con quelle ci si può tenere lontani dai guai. Come quelli che si rischia di correre mercoledì, nel recupero casalingo contro lo Young Boys.