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L’OSPITE - ARNO ROSSINI«Ronaldo, un diamante in un garage»

06.01.21 - 12:21
«Se perderà a S.Siro, la Juve dovrà dire addio allo scudetto. E anche per un posto in Champions...».
Keystone
«Ronaldo, un diamante in un garage»
«Se perderà a S.Siro, la Juve dovrà dire addio allo scudetto. E anche per un posto in Champions...».
Juve in bilico per Arno Rossini: «Ha ingaggiato tanti giovani, ma ora è costretta ad arrancare».
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MILANO - Siamo solo alla sedicesima giornata e per questo motivo, nonostante sia importantissima, Milan-Juve (confermata dopo i positivi nel gruppo "piemontese") non può essere considerata una partita decisiva. I rossoneri sono primi e lanciati, i bianconeri sono quinti e balbettanti, pensare però che il risultato - qualsiasi esso sia - finirà con il segnare indelebilmente il campionato italiano è un errore. O no?
«Io sono invece convinto del contrario - ci ha stoppati Arno Rossini - Pur non ancora arrivata alla fine del girone d’andata, questa sera, a San Siro, la Serie A potrebbe infatti anticipare un verdetto».

Niente decimo titolo consecutivo per i bianconeri?
«Se perderà, la Juve dovrà dire addio allo scudetto. E non parlo di aritmetica - per rientrare ci sarebbe tutto il tempo - ma di “prove”. Un nuovo rovescio certificherebbe infatti definitivamente che Bonucci e soci non sono ponti per correre per la vetta».

Le qualità non mancano.
«No di certo, ma per vincere un campionato è indispensabile essere costanti, fornire continuamente prestazioni di alto livello e con esse arrivare al risultato. Nel loro cammino, a Torino hanno già lasciato per strada tanti punti e, in più, mister Pirlo non è ancora riuscito a dare un’identità ben precisa alla squadra. Da qui i su e giù, l’alternanza di grandi prestazioni e giornate nere. Ma così non si va lontano».

Subiti anni di dittatura, mezza Italia questa sera tiferà dunque contro i bianconeri?
«Questa Juve rischia davvero. E dico di più: a Milano non si gioca solo lo scudetto, ma anche un posto in Champions League».

Per immaginarla fuori dalla top-4 finale serve tanta fantasia.
«Però, pensateci bene: in caso di sconfitta, scivolerebbe lontanissimo da Milan e Inter. Rimarrebbero due posti e tante avversarie temibili».

Napoli, Roma, Atalanta, Lazio…
«I biancocelesti no, quest’anno non mi sembrano competitivi per i massimi livelli. Le altre però sono tutte forti e attrezzate. I partenopei di Rino Gattuso hanno un potenziale enorme e fino a ora hanno peccato solo di costanza a livello mentale. I giallorossi mi piacciono molto. Hanno campioni veri e un gioco, quello disegnato dal portoghese Fonseca, che dopo un anno di “prova” è ora molto efficace. La Dea poi… se parte chi può pensare di fermarla?».

Juve dietro in classifica, sarebbe una rivoluzione. Come quella che stanno provando a portare avanti Paratici&Co ingaggiando tanti giovani.
«È una scelta intelligente ma obbligata. Il coronavirus ha svuotato le casse di tutti i club, comprese quelle dei bianconeri: i grandi colpi di mercato saranno sempre più difficili e rari. Meglio dunque puntare sui futuri campioni, che costano meno».

Ma ingaggiando un giocatore “solo” futuribile, si rischia un presente magro.
«È un rischio che, in questa situazione, le società devono correre. Hai De Ligt, Arthur, Bentancur, McKennie, Kulusevski e Chiesa? Probabilmente, se riuscirai a farli crescere, ad aspettarli, nel giro di un paio d’anni tornerai tra i top del mondo. Per ora però sei costretto ad arrancare».

A Torino hanno messo in conto la possibilità di non vincere lo scudetto, dunque?
«Sicuro, anche se non possono certo dirlo pubblicamente. Probabilmente non hanno però pensato all’eventualità di mancare la qualificazione alla Champions League. Quella sì che sarebbe una botta. Finisse così, alcune ricche cessioni sarebbero inevitabili».

I giovani di cui si parlava?
«Non credo. Piuttosto qualche big. Ronaldo su tutti. L’hanno preso per vincere in Europa e per questo lo stanno pagando 60 milioni di euro l’anno. Senza successi continentali e con una rosa meno competitiva, tenere ancora il portoghese non avrebbe senso. Sarebbe come avere un diamante e non poterlo esporre, come tenerlo in garage. A che pro?».

Si è parlato tanto di bianconeri, pochissimo di Milan. Per i rossoneri il big match sarà decisivo?
«In qualche modo potrebbe esserlo. Dovessero perdere e, contemporaneamente, vedersi superare in classifica dall’Inter, potrebbero subire un contraccolpo psicologico. Quello che solitamente “tocca” chi vede interrompersi una lunga striscia positiva. Non dico che improvvisamente diverrebbero modesti, ma che la loro corsa potrebbe farsi meno spedita». 

E la graduatoria meno grassa.
«Ma solidi, convinti e compatti come sono, non usciranno dalle prime quattro. Però un loro rallentamento spalancherebbe le porte alla fuga dell’Inter. E i nerazzurri sì che corrono...».

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