I partenopei hanno ascoltato l’ASL, i bianconeri si sono invece “affidati” al regolamento della Lega
La truppa di Gattuso non è partita per Torino, rischia lo 0-3 a tavolino.
TORINO - L’unica certezza in un pasticcio che, in Italia, rischia di avere ripercussioni gigantesche sul sistema-calcio, è che i giocatori del Napoli Zielinski ed Elmas sono risultati positivi al test per il coronavirus. Tutto il resto è un mix di regolamenti che si contraddicono, potere decisionale, tornaconto e dispetti.
Saputo dell’assenza forzata dei due giocatori, il club partenopeo ha chiesto all’Azienda Sanitaria Locale competente quale comportamento tenere. Tra isolamenti obbligati o solo consigliati, la società di De Laurentiis ha “scelto” quello più conveniente e deciso di non partire per Torino. E la Juve? In un momento storico difficile, piuttosto che credere ai rivali e tender loro una mano, è andata dritta per la sua strada impuntandosi sul regolamento della Lega calcio, che ha confermato il match. Sarà allo Juventus Stadium e, senza rivali in campo, sarà “premiata” con il 3-0 a tavolino. Valido? Lo stabilirà un tribunale dopo il ricorso già preannunciato dal Napoli.
In tutto ciò i club sono i meno colpevoli; certo hanno scelto di “ascoltare” il regolamento che più li favoriva invece che cercare un compromesso. Che colpa ne hanno però loro se imposizioni sanitarie e sportive (ma sostenute dal Governo) non vanno d’accordo? Il problema è che la litigata, rilanciata rumorosamente via social, non riguarda solo una partita: è tutto il sistema-pallone che rischia di perdere la faccia. Se non lo ha già fatto.