Il blackout di Lucerna è costato ai bianconeri tre gol, due punti e il sogno europeo.
Sprazzi di grande gioco ma poca continuità: avanti di tre reti a Lucerna, i ticinesi si sono fatti riprendere sul 3-3.
Sprazzi di grande gioco ma poca continuità: avanti di tre reti a Lucerna, il Lugano si è fatto riacciuffare sul 3-3.
Quaranta-cinquanta minuti di grande calcio e mezz'ora di paura. La domenica dei bianconeri si può riassumere in questi due mini archi temporali. Nel primo, fino al quarto d’ora della ripresa, Maric e compagni hanno saputo mostrare il meglio di se, sorprendendo un rivale pericoloso e comunque in forma con ritmo e personalità. I tre gol sono stati la logica conseguenza di quanto visto in campo, con Lavanchy, Lovric e Holender (dopo un paio di sbagli censurabili) finalizzatori di una squadra in palla. E poi? Poi semplicemente, davanti a un avversario obbligato a rischiare e a correre, ai ticinesi è venuto il braccino.
Quando era il momento di vincere, di piazzare il colpo decisivo o quantomeno di gestire il vantaggio, Sabbatini e soci hanno tentennato. Si sono fatti sorprendere e sono andati in confusione. E il Lucerna ne ha approfittato. L’inserimento di Yao non ha certo dato la spinta a un Lugano che, per almeno mezz’ora, ha tremendamente sofferto le folate biancoblù. Le prime sono state respinte ma, dal 62’ al 77’, per la truppa di Fabio Celestini è stata festa, una festa che, grazie a Schürpf (doppietta) e Margiotta, si è concretizzata con il pari finale. Alla vigilia in molti, nel mondo bianconero, avrebbero firmato per un pareggio che avrebbe ulteriormente avvicinato la salvezza. Al 90’, però, a prevalere è giustamente stata la delusione. Perché è vero che la squadra corre guardandosi sempre alle spalle; tenuto conto di quanto accaduto negli ultimi anni, a Lugano non avevano in ogni caso ancora smesso di pensare alla qualificazione alla prossima Europa League. Certo i giochi sono ancora aperti; a Cornaredo sanno in ogni caso che se prima serviva un’impresa, ora si è passati a parlare di miracoli. Meglio, dunque, pensare a mercoledì, a un match, quello con il Thun, che se vinto potrebbe mandare definitivamente in archivio l’eventualità-relegazione.