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SUPER LEAGUE«Ho sentito delle follie»

13.05.20 - 13:00
Super e Challenge ripartiranno? Una decisione definitiva è attesa venerdì 29 maggio. La parola a Matteo Tosetti
Keystone/archivio
«Ho sentito delle follie»
Super e Challenge ripartiranno? Una decisione definitiva è attesa venerdì 29 maggio. La parola a Matteo Tosetti
Anche il 28enne ticinese, in forza al Thun, aspetta il verdetto della SFL: «O si riparte o ci metteremo il cuore in pace: restare in forse è brutto. La crisi è seria, penso a chi sta molto peggio di noi».
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In Super e Challenge il pallone ricomincerà davvero a rotolare? Il tempo passa e la strada per la ripresa è sempre più stretta, ma nessuna decisione verrà presa prima del 29 maggio, giorno in cui la SFL ha convocato un’assemblea straordinaria. Nel frattempo i club hanno ricevuto il via libera per le sedute collettive, ma viste le tante incognite davvero in pochi ne hanno approfittato. Solo due club su venti - nella fattispecie San Gallo e GC - hanno infatti iniziato gli allenamenti lunedì mattina.

«Noi cominceremo il 25 maggio, poi aspetteremo il verdetto della Swiss Football League - esordisce il ticinese Matteo Tosetti, in forza al Thun dal 2016 - Da lì dovrà arrivare una decisione definitiva: o si riparte o ci metteremo il cuore in pace. Nel caso in cui la stagione dovesse terminare, si dovrà poi capire con che conseguenze. Ad ogni modo, vada come vada, è un momento atteso e tireremo un sospiro di sollievo. Anche noi giocatori vogliamo sapere che ne sarà di questo campionato. Restare in forse e allenarsi così è bruttissimo».

Sin qui come è andata?
«Siamo sempre in contatto con il nostro preparatore fisico, che in una chat di gruppo ci invia i programmi da seguire settimana per settimana. Ne abbiamo avute anche alcune di congedo».

Il pallone lo si è visto ben poco…
«Ci ho giocato in giardino con mia figlia… (ride, ndr). Quello che manca di più è la quotidianità, l’ambiente dello spogliatoio. Devo però dire che non posso lamentarmi… l’aspetto positivo di questa bruttissima crisi è che passo tutta la giornata con mia figlia e la mia famiglia. Il tempo passa veloce».

Tra i giocatori qual è il pensiero più diffuso? Meglio giocare o chiuderla qui?
«Tutti vorrebbero tornare a giocare come prima, ma la situazione è grave e non bisogna scherzare col fuoco. Dobbiamo adattarci come tutte le altre persone. Sembra strano che in tutte le professioni “normali” si debbano rispettare rigide misure di sicurezza e distanziamento sociale, mentre noi sportivi dovremmo buttarci a capofitto nella competizione e nei contrasti. Sembra un controsenso».

Alcune possibili direttive, come le esultanze con un veloce tocco di gomiti o di piedi, farebbero sorridere. Concedendoci una battuta: si potrebbe obbligare le squadre a marcare a zona…
«Forse sì (ride, ndr). No… così non si può giocare. Alcune cose che ho sentito mi sembrano follie. Già giocando senza tifosi, senza esultanze e limitando ogni contatto si perde la magia del calcio e diventa triste. Si può spingere per far ricominciare i vari campionati in giro per l’Europa, ma ora c’è un avversario più forte...».

Le decisioni ovviamente spettano al Governo - che in realtà dall’8 giugno ha dato il via libera anche per le partite - e poi alla SFL, a cui ora è passata la palla. Un parere, anche solo “pour parler”, a voi calciatori è stato chiesto?
«No, anche noi siamo all’oscuro di tutto. Sarebbe facile esprimere la propria opinione, ma poi ci sono troppe tematiche da considerare: non conosciamo i vari accordi e quant'altro. Evidentemente poi ci sono cose più importanti del parere dei giocatori... La SFL sta tentennando e forse si attendono anche le prossime decisioni del Consiglio federale. Non ci resta che aspettare e vedere cosa decidono. Ad ogni modo noi calciatori siamo tutelati. In questa situazione complessa c’è chi, come ad esempio i ristoratori, sta molto peggio», conclude Matteo Tosetti.

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