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L'OSPITE – ARNO ROSSINIIl difensore non si farà (forse) convincere a lasciare il Real

01.04.20 - 08:00
I Blancos e il 34enne trattano il rinnovo.
Keystone (foto archivio)
Il difensore non si farà (forse) convincere a lasciare il Real
I Blancos e il 34enne trattano il rinnovo.
Arno Rossini: «Un cambio di maglia? Non credo».
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MADRID - Lo stop a partite e tornei non ha del tutto azzerato il mondo del pallone. Le trattative – a volte suggestioni, a volte anticipazioni – stanno infatti continuando nonostante molti non possano o vogliano uscire dalle mura domestiche. Una delle più strillate è quella che vede Sergio Ramos trattare il rinnovo con il Real Madrid. A 34 anni (appena) compiuti, il difensore si appresta a firmare l'ultimo grande contratto di una carriera che dovrebbe chiudersi al Santiago Bernabeu. Di certezze però ce ne sono poche. Una di queste riguarda la scadenza dell'attuale accordo, che evaporerà il 30 giugno 2021. Non proprio dietro l'angolo, certo, ma neppure così lontana da non permettere al giocatore di avere il coltello dalla parte del manico. Perché il matrimonio continui toccherà alla dirigenza delle Merengues fare il primo passo...

«Stiamo parlando di un grande giocatore, sicuramente uno dei migliori degli ultimi 20 anni nel suo ruolo – è intervenuto Arno Rossini – Ramos non brilla forse a livello tecnico, però ha un senso della posizione fantastico ed è eccezionale negli inserimenti in attacco. Poi è un leader...».

Uno di quelli capaci di farsi ascoltare da tutti?
«Ne sono sicuro. Nello spogliatoio il suo peso si sente eccome».

Tutti motivi validi per spingere il Real al rinnovo.
«Non credo che a Madrid vogliano privarsi di un calciatore del genere. Questo nonostante Zidane stia portando avanti un programma di ringiovanimento della rosa».

Ma non è Zizou che firma i contratti.
«Questo è vero, anche se credo che si muova in sintonia con la dirigenza. E poi, se sta bene, come fai a lasciare fuori Ramos?».

Non puoi. Ma lui avrà voglia di continuare con i Blancos?
«È lì da 15 anni, è uno dei simboli del club e ha la possibilità - una volta chiusa la carriera - di passare direttamente a condurre una squadra del Settore giovanile o di andare a occupare una poltrona dirigenziale. Magari quella destinata al direttore sportivo. Perché cambiare?».

Per soldi, magari?
«Al Bernabeu ne prende e, penso, ne prenderà molti. E poi è già ricchissimo. Credo che in questo momento per lui siano altre le cose che contano».

Per ambizione. Magari per tornare a vincere la Champions.
«A Madrid può farlo».

Le Merengues non sembrano più una superpotenza a livello europeo.
«Forse non sono più in pole position per la vittoria della coppa, ma di sicuro sono tra le sei, sette squadre migliori del continente. In Europa non sono molti a poter ambire al successo finale. Il Real c'è sempre. Per storia, tradizione e anche qualità».

Un cambio per tentare una nuova sfida?
«Con un'altra maglia proprio non lo vedrei. Per lui si potrebbero muovere le big delle altre nazioni. In Premier, Ligue1, Bundesliga e anche Serie A farebbero carte false per ingaggiarlo, per sfruttare i due anni buoni – almeno – che gli rimangono ad alto livello. Ma se non è lui che vuol tentare...».

Solo guardando alla Liga, sono due le “colonne” che negli ultimi anni hanno mollato un'amante storica. Ronaldo e Godin. Perché quindi non potrebbe succedere anche con il difensore delle Merengues?
«Può accadere, certo; secondo me è tuttavia estremamente difficile. A differenza di quei due campioni, uno portoghese e uno uruguaiano, a Madrid Ramos è a casa. È nella sua Spagna. È una bandiera. Cambiare? Non succederà, vedrete».

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