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L'OSPITE - ARNO ROSSINI «Vlado l'è mia un barlafüs»

26.02.20 - 07:00
Arno Rossini ha promosso il rinnovo di Petkovic: «Con lui in semi all'Europeo. Sarà come Guglielmo Tell»
Keystone
«Vlado l'è mia un barlafüs»
Arno Rossini ha promosso il rinnovo di Petkovic: «Con lui in semi all'Europeo. Sarà come Guglielmo Tell»
CALCIO: Risultati e classifiche

BERNA - Ancora due anni. Almeno. L'ultima firma apposta su un contratto presentatogli dall'ASF permetterà a Vlado Petkovic di diventare il selezionatore che, dal dopoguerra, ha speso più tempo sulla panchina della Nazionale. È una buona notizia? Vlado può stare simpatico o meno. Si può essere o meno d'accordo con il suo calcio. Si può questionare (o meno) sul suo modo di gestire il gruppo. Ciò che non è opinabile sono i numeri. E i numeri sono tutti dalla parte del 56enne nativo di Sarajevo. Dal 2014 in avanti la Svizzera ha vinto quasi il 60% delle partite disputate, non ha mai mancato un grande torneo e, in più, è rimasta stabilmente tra le 10-15 più forti al mondo. Qualche merito in tutto ciò - si mettano il cuore in pace i detrattori - Petkovic l'avrà pure...

«La conferma di Vlado è assolutamente una buona notizia - ha sottolineato Arno Rossini - portare avanti un lavoro iniziato tempo fa, dare continuità al progetto, è qualcosa di molto importante. E poi non si può discutere la filosofia di gioco...».

Tutti soddisfatti, ma noi facciamo il bastian contrario. Petkovic era il miglior candidato possibile?
«Sì, certo. Io ne sono convinto. Stiamo parlando di un professionista preparatissimo, che ha sempre raggiunto gli obiettivi prefissati, che ha fatto giocare bene la squadra, che ha saputo unire il gruppo e che è stato in grado di far crescere i giovani. Cosa volere di più? Vlado ha grande spessore, soprattutto a livello umano. L'è mia un barlafüs».

È però vero che ha potuto godere della generazione d'oro del calcio rossocrociato...
«Ma ha anche saputo scegliere e inserire i ricambi giusti. Il tutto senza passare attraverso un calo di risultati. E non credete a chi parla di qualificazioni facili: nel calcio nulla è semplice, non mancare neppure un Europeo o Mondiale non era certo scontato».

Continuiamo a tentennare. Le eliminazioni agli ottavi...
«Ribatto dicendo che potrebbero essere invece un punto di partenza».

Nel senso che a Euro2020 ci dobbiamo aspettare un risultato migliore?
«In questo senso la conferma è stata un grande colpo. Insieme con molti giocatori, Vlado ha vissuto quelle delusioni, ha imparato da quelle, da quel lutto. Le ha elaborate e ora sta lavorando per tentare di evitarle. L'esperienza del gruppo e del suo timoniere - tutti insieme - farà la differenza nel prossimo campionato continentale».

Si può puntare alla top-4 della manifestazione?
«Due sono i punti fondamentali: i protagonisti devono arrivare a giugno in buona condizione e si dovrà superare lo scoglio del primo turno. Passato quello, sbloccatisi, i rossocrociati potrebbero davvero sorprendere. Hanno la maturità e le qualità giuste per puntare alle semifinali. Abbiamo un portiere fortissimo, una buona difesa e degli esterni molto bravi, in mezzo Xhaka sta recuperando e Shaqiri... con quella maglietta può fare la differenza. Se, come credo, anche qualche giovane riuscirà a lasciare il segno, allora le possibilità di fare molto bene saranno altissime».

Sarebbe incredibile...
«E Petkovic diverrebbe un eroe. Come Guglielmo Tell».

Altra provocazione. Se il selezionatore è tanto bravo, perché allora è ancora qui? Perché non ha ceduto alla corte di un club?
«Semplice, perché la Nazionale non è un ripiego. O almeno così non la considera Vlado. Stiamo parlando di un gruppo forte - appunto da top-10 al mondo - e in crescita, che può far da traino a un movimento importante. Lavorare per la Svizzera dà prestigio. Per come la vedo io, Petkovic si sente onorato di far parte del progetto».

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