Angelo Renzetti è pronto a voltare pagina dopo che la trattativa per la cessione del club sembra saltata, «Io, adulto e vaccinato»
LUGANO - Pagare moneta, vedere cammello. Si dice così, no? E siccome di quattrini non ne sono arrivati, Angelo Renzetti ha tenuto il suo animale al riparo da occhi indiscreti.
Battute a parte, la cessione del Lugano pare essersi definitivamente arenata e questo perché i fantomatici acquirenti non hanno fatto l'unica mossa che ci si aspettava da loro: versare quanto richiesto sul conto corrente indicato. Il bonifico non è mai arrivato - o almeno non lo ha fatto fino a questo punto - e il numero uno bianconero ha così finito per perdere la pazienza. D'altronde gli accordi prevedevano il versamento entro il 6 dicembre. Data passata da un pezzo. E ora?
«E ora smettiamola di parlare di questa questione - ha graffiato proprio Renzetti - inutile stare qui a sperare che la cifra arrivi: i termini sono scaduti».
Alla fine della scorsa settimana aveva indicato martedì o mercoledì come i giorni - forse - buoni. Quelli della speranza.
«Io non ci credo più. Tutto qui. Attendere ancora? Se gli accordi non sono stati rispettati fino ad adesso... Tornare su questa storia mi fa solo male».
La realtà è però che il Lugano continua a mancare il pareggio di bilancio. E a fine anno è lei che deve ripianare...
«O io o attraverso il mercato. La situazione è questa, è chiara, ma sono adulto e vaccinato».
Ha più volte fatto capire di essere arrivato al limite. Senza compratori all'orizzonte, una soluzione drastica non è possibile? Tipo la cessione delle sue quote alla città, a una cifra simbolica...
«No, no, questo non accadrà. Una cessione del genere non la farò neanche sotto tortura».