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SUPER LEAGUE«Se sei ultimo ti brucia il c**o»

21.11.19 - 15:15
Ultimo ma non allo sbando, il Thun pensa alla rimonta. Rapp: «Non cambiamo nulla. Guai a farlo o a mettersi a inventare qualcosa adesso. Perdere la testa non ha senso»
Keystone (Foto d'archivio)
«Se sei ultimo ti brucia il c**o»
Ultimo ma non allo sbando, il Thun pensa alla rimonta. Rapp: «Non cambiamo nulla. Guai a farlo o a mettersi a inventare qualcosa adesso. Perdere la testa non ha senso»
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THUN - Il Thun? Non una big del campionato. Tenuto conto di quanto combinato la scorsa stagione (quarto posto finale) e delle potenzialità di una rosa completa, a inizio anno si pensava comunque che i bernesi potessero comodamente veleggiare a ridosso della “zona Europa League”. La Super League ha invece rimbalzato le loro ambizioni, costringendoli ad assaggiare – a lungo – l'amarissimo sapore dell'ultimo posto della classifica.

«Il gruppo competitivo c'è ancora – ha sottolineato Simone Rapp – e non stiamo neppure giocando in modo catastrofico: semplicemente mancano i punti. E senza punti non vai da nessuna parte».

Colpe? Episodi? Sfortuna?
«Sfortuna ed episodi hanno pesato sicuramente: mi viene in mente il match con lo Zurigo (l'ultimo casalingo, terminato 0-1) con loro che hanno tirato in porta due volte e fatto una rete e noi che invece in 27 occasioni... Però non è solo quello se abbiamo infilato un inizio tanto disastroso. Non siamo stati bravi e dopo le prime difficoltà abbiamo perso tranquillità. Abbiamo delle colpe insomma. Ma abbiamo accettato la situazione e, consci del fatto che la stagione è ancora molto lunga, vogliamo rialzarci in fretta. Stiamo lavorando per farlo».

Cambiando tutto in cerca dei punti o continuando per la stessa via fidandosi delle prestazioni?
«No, no, non cambiamo nulla. Guai a farlo o a mettersi a inventare qualcosa adesso. Perdere la testa non ha senso. Dobbiamo solo pensare a lavorare; sono sicuro che se lo faremo con costanza “arriveremo”».

Dalla vostra c'è una società che non mette pressione.
«Più o meno. Se volete dire che il Thun non è come il Sion...».

...o il Lugano...
«Anche (ride): che non pensa a cambiare sempre l'allenatore, che non ha scandali o che non manda i giocatori in seconda squadra, allora avete ragione. Ma per il resto il fatto che non sono contenti ce lo fanno capire bene. Certo, riconoscono impegno e qualità delle prestazioni e riescono sempre a mantenere i piedi ben piantati per terra; però se non fai risultato si fanno sentire eccome. Le ramanzine arrivano. Se sei ultimo... scusate la parola, ti brucia il c**o».

Il Thun è per te una casa temporanea, sei in prestito dal Losanna...
«Sì, ma è un discorso che non ha senso fare ora».

L'anno prossimo potresti però trovarti a cambiare ancora maglia. Magari anche a giocare in Challenge League.
«Qui hanno il diritto di riscatto. Per il resto non so molto altro. Spero che noi potremo migliorare la nostra condizione e che i vodesi riusciranno a centrare la promozione. Il resto conta poco».

C'è anche, per assurdo, la possibilità che le due squadre si trovino di fronte in un eventuale spareggio. Tu giocheresti?
«Non so se ci sono accordi specifici tra le società. Ma non me ne preoccupo adesso. Davvero, in questo momento non si può prevedere quello che accadrà, sul campo e in sede di trattativa. Meglio pensare a risalire la classifica con il Thun».

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