Il portiere della Juve si racconta in una lettera "inviata" al sé stesso 17enne: «A 41 anni non sarai ancora soddisfatto, mi dispiace dirlo. Sei Buffon, mostrerai al mondo che esisti»
TORINO (Italia) - Inedito e a cuore aperto, Gigi Buffon ha scelto un modo originale per raccontarsi. In una lettera pubblicata dal sito "The Players Tribune", il portiere 41enne della Juve ripercorre le tappe più significanti della sua vita e si rivolge... al Buffon 17enne.
Tra gli episodi che hanno sicuramente segnato la sua vita ci sono le notti brave, la lotta contro la depressione e gli errori commessi, come la maglietta con la scritta "Boia chi molla" indossata prima di una partita: «Pensi che sia solo un modo per suonare la carica. Non sai che è uno slogan fascista. Questo è uno degli errori che provocheranno tanto dolore alla tua famiglia», scrive Buffon.
Il tuffo nel passato del portierone inizia prima dell'esordio in Serie A con la maglia del Parma: «Dovresti essere a letto, a bere latte caldo. Ma che fai? Vai in un locale a bere una birra con il tuo amico della Primavera. Bevi una sola birra, vero? Ma poi esageri. Tra poco sarai fuori dalla discoteca a discutere con i poliziotti all’una di notte. Vai a casa, dai. Vai a dormire. E ti prego, non fare pipì sulla ruota della macchina della polizia. I poliziotti non lo troveranno divertente, la società non lo troverà divertente e rischierai di compromettere tutto ciò per cui hai lavorato», scrive.
Il portiere parla poi della depressione, del periodo buio vissuto invero nel momento più alto della sua carriera. «Alla fine diventerai così depresso che non vorrai nemmeno lasciare il tuo letto. Accadrà al culmine della tua carriera, quando avrai tutto ciò che un uomo possa desiderare nella vita. Avrai 26 anni. Il portiere della Juventus e della nazionale italiana. Avrai soldi e rispetto. La gente ti chiamerà persino Superman. Ma tu non sei un supereroe e la verità è che la pressione di questa professione può trasformarti in un robot. La tua routine può diventare una prigione».
Buffon racconta poi di un quadro di Chagall (The Walk) che gli ha restituito la leggerezza di quando era bambino, salvandolo dal buco nero in cui era caduto. Il 41enne, non ancora soddisfatto («a 41 anni sentirai ancora questo fuoco dentro. Non sarai ancora soddisfatto, mi dispiace dirlo»), chiude con questa frase il suo "viaggio interiore": «Sei Buffon, mostrerai al mondo che esisti».