Livio Bordoli si è espresso in merito alla neonata competizione europea in cui Xhaka e compagni si sono piazzati quarti
GUIMARAES (Portogallo) - La prima edizione della Final Four di Nations League è stata vinta dal Portogallo, impostosi 1-0 sull'Olanda. Quarto posto per la Svizzera.
I rossocrociati erano stati sconfitti dapprima in semifinale dai padroni di casa lusitani 3-1 – in virtù della tripletta di Cristiano Ronaldo – per poi cadere ai rigori contro l'Inghilterra nella finalina (0-0 dopo 120'). «Alla vigilia ci si aspettava ovviamente molto di più, anche perché arrivare quarti nella Final Four è sinonimo di ultimo posto», ha analizzato il responsabile tecnico della Federazione ticinese di calcio Livio Bordoli. «Peccato perché malgrado gli elvetici abbiano perso entrambi i match, contro il Portogallo avrebbero meritato un risultato diverso. Alla Svizzera manca ancora qualcosa a livello di giocatori, ma attualmente non penso che ci sia molta altra scelta. La dimostrazione l'abbiamo avuta contro l'Inghilterra, dove non c'è stata partita ed è stato bravo Petkovic a capire la situazione, riuscendo a portare la squadra fino ai rigori. I nostri erano stanchi, sono mancati nella corsa e la gara è stata decisa dalla qualità degli avversari in campo. Abbiamo dei buoni giocatori, ma purtroppo non sono dei fenomeni».
Nemmeno Xhaka? «Lui è un buonissimo calciatore, ma non è in grado di fare la differenza. Al contrario di Portogallo, Olanda e Inghilterra per esempio – che ne hanno almeno quattro a testa nel proprio roster – nessuno dei nazionali svizzeri milita in una squadra facente parte della top-10 europea come Juventus, Barcellona o Manchester City. Ci sarebbe Shaqiri ma non ha molto spazio a Liverpool, lo stesso Granit è titolare nell'Arsenal ma reputo i Gunners un gradino sotto le altre. Tanto di cappello a Petkovic che è riuscito a mettere insieme una signora squadra a livello internazionale».
Cosa ne pensi della Nations League? «Personalmente non so se l'avrei seguita se non ci fosse stata la Svizzera e non so nemmeno se a livello europeo ci sia stato un grande interesse. Le emozioni durante i rigori erano nulle, ma è un torneo che deve ancora prendere piede».