Una grande prestazione, propositiva e anche irriverente, ha permesso ai bianconeri di comandare le operazioni a Basilea. Il risultato? “Solo” 1-1
BASILEA - Un pari a Basilea? Forse, alla vigilia del weekend, per avere la certezza di uscire dal Sankt Jakob-Park con un punto in tasca, qualche firma la si sarebbe raccolta. Al triplice fischio dell'arbitro i bianconeri non hanno invece potuto godere fino in fondo. Certo, aver fermato una big del campionato, per di più in serie positiva, ha di sicuro regalato gioia e soddisfazione. La sensazione è però che, per quanto visto in campo, per il linguaggio del corpo dei ventidue protagonisti e di quelli in panchina, parecchi tra i ticinesi erano convinti di poter fare il colpo grosso. Ci credeva mister Celestini, che ha buttato nella mischia Junior al posto dell'infortunato Maric. Ci credeva Gerndt, autore di una prova maiuscola. Ci credeva il bizzoso ma indomabile Sadiku, entrato nel tabellino dei marcatori con un gol meraviglioso. E con loro molti altri.
Peccato però che ancora una volta un errore di un singolo - di Da Costa, più che imperfetto su un tocco di Crnigoj - abbia permesso al Basilea di risalire. Peccato perché con i tre punti il Lugano si sarebbe sensibilmente avvicinato alla zona-Europa. Con il pari invece, pur capace di allungare a sei partite il suo momento buono, non ha approfittato dei balbettii di molte rivali. Sabbatini e soci sono in forma e in fiducia. Con la certezza (quasi) aritmetica di aver chiuso il discorso salvezza, devono però accelerare per poter recitare da primattori nella corsa al terzo posto della graduatoria. La prossima domenica a Cornaredo arriverà il Sion. Non sarà una finale, ma poco ci manca. E giocar bene non basterà per chiudere la giornata con il sorriso.