Angelo Renzetti ha chiarito la situazione societaria a Lugano, dettando i tempi per il passaggio all'attuale numero uno del Settore Giovanile
LUGANO - Un ultimo disperato grido d'aiuto o la presa di coscienza che un capitolo della sua vita è ormai agli sgoccioli? Come si deve interpretare il «Se nessuno si farà avanti, a fine marzo cederò il Lugano a Leonid Novoselsky» pronunciato da Angelo Renzetti?
Questa volta, molto più che in passato, il “pres” sembra deciso. O forse è meglio dire rassegnato. Rassegnato davanti a una piazza troppe volte dimostratasi sorda alle sue richieste, dimostratasi disinteressata alle sue proposte e offerte. E così si è arrivati a un aut aut che, probabilmente, porterà il Lugano a cambiar volto. In meglio? Solo il tempo lo potrà dire. Quel che al momento è certo è che, presidente dal 2010 e socio di maggioranza dal 2012, Renzetti ha saputo portare il club da una modesta media-Challenge League a una ben più nobile Super League (seppur con tutte le difficoltà di quest'anno). Il tutto passando pure per l'Europa League. «Dopo tanto sono un po' stanco, logoro – ha specificato il numero uno bianconero – nella storia della società nessuno ha fatto il presidente a lungo come me. E io non lo sto facendo da magnate...».
Non raggiungere mai il pareggio di bilancio è qualcosa di complicato.
«Il pareggio? È capitato nell'anno dell'Europa League. Ma non è questo. È il fatto che non si possono avere certezze economiche. Ogni stagione si riparte da zero».
In tanti anni ha spesso chiesto sostegno ma raramente qualcuno ha bussato alla sua porta. Perché dovrebbe accadere proprio ora, entro marzo?
«È chiaro che più passa il tempo e meno sono le probabilità che qualcuno si faccia avanti, pronto a investire sul Lugano, dandomi la possibilità di continuare. Però non è detto. Qualche fondo potrebbe sempre decidere di puntare su un club che partecipa a un campionato che ha visibilità, che può garantire con relativa facilità la vetrina europea e nel quale si possono valorizzare i calciatori. Altri patron? Il calcio sta cambiando, non è più il tempo degli uomini soli».
Rimaniamo scettici sulle tempistiche. Che un investitore si presenti nel prossimo mese, dopo che per anni in molti hanno fatto solo orecchie da mercante...
«Io ho sempre cercato compratori in grado di garantire il meglio per questa società. In passato qualche affare l'ho bloccato. Vediamo che accadrà nelle prossime settimane, altrimenti a fine maggio, a giugno diciamo, il socio di maggioranza del Lugano diventerà Leonid Novoselsky».
La scadenza di marzo quindi?
«Me la sono data per permettere a Leonid di lavorare con tranquillità in vista della nuova stagione. Entro la fine del prossimo mese gli dirò se cederò a lui l'80% delle quote. Il passaggio diventerà poi effettivo più tardi».
In tale accordo sono previste clausole che prevedono un suo futuro rientro in possesso della maggioranza?
«No di certo».
Per diventare socio di maggioranza, Novoselsky deve garantire investimenti tali da mantenere a un buon livello la Prima squadra?
«Neppure questo. Stiamo parlando comunque di tecnicismi che poco contano. Meglio parlare di calcio giocato. O del fatto che Leonid sta facendo un ottimo lavoro con il Settore Giovanile e che conosce perfettamente il club. È serio e ambizioso. Un passaggio a lui è quasi naturale».
Con il 20% che le rimarrà cosa farà, rimarrà operativo o si siederà semplicemente in tribuna?
«Probabilmente continuerò a occuparmi della questione stadio».