I bianconeri - incapaci di vincere da 7 partite e reduci da una prestazione preoccupante contro il Thun - devono assolutamente tornare a fare punti domenica al Tourbillon
LUGANO - Diciamolo subito: a Cornaredo è meglio pensare solo ed esclusivamente a salvare la pelle. Guardare troppo in su o pensare di poter agganciare la zona europea potrebbe essere molto pericoloso.
La prestazione offerta mercoledì sera contro il Thun - preoccupante e nettamente al di sotto delle attese - ha sicuramente confermato questa tesi. È vero: una rondine non fa primavera, ma è giusto ricordare che questa squadra in campionato non vince dal 28 ottobre per un totale di 7 partite di astinenza. E una compagine che in 630' di gioco racimola la pochezza di tre punti è giusto che si guardi le spalle.
Nella già citata sfida contro i bernesi sono venuti a galla quei limiti difensivi già emersi nel 2018. Molto spesso Tosetti e compagni hanno potuto godere di troppa libertà in zona offensiva, riuscendo a penetrare la retroguardia ticinese come un coltello nel burro.
Fabio Celestini, in sella ormai da oltre quattro mesi, ancora non sembra aver trovato la ricetta giusta per il suo Lugano. Nelle 10 partite in cui ha guidato i bianconeri - nelle quali sono arrivate due vittorie, tre pareggi e cinque sconfitte - l'ex Mister del Losanna ha viaggiato su una media di 0.9 punti a partita. Una media da brividi e da retrocessione.
All'orizzonte - per provare ad invertire una tendenza preoccupante - c'è la difficile partita del Tourbillon, in programma domenica pomeriggio. Non certo la gara ideale per tornare a incamerare punti, nonostante l'unico successo esterno del girone d'andata sia arrivato proprio in terra vallesana (con Abascal il 22 luglio). Chissà però che dopo la deludente partita contro il Thun Fabio Celestini non sia riuscito a toccare le corde giuste nei suoi giocatori. Fare peggio, infatti, sarà molto ma molto difficile...