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SUPER LEAGUEPrimo: non prenderle (ma a Lugano non l'hanno ancora capito)

07.02.19 - 13:14
La cura Celestini non sta funzionando: i bianconeri si stanno infatti confermando fragili e poco attenti. Piuttosto che spettacolo e ghirigori servirebbero efficacia e attenzione
Keystone
Primo: non prenderle (ma a Lugano non l'hanno ancora capito)
La cura Celestini non sta funzionando: i bianconeri si stanno infatti confermando fragili e poco attenti. Piuttosto che spettacolo e ghirigori servirebbero efficacia e attenzione
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LUGANO - Perdere il primo match del nuovo anno in casa? Ci può stare. Scivolare contro il Thun, avversario complicato ma non imbattibile? Ci può stare. Infilare una prestazione modesta dopo settimane di buone intenzioni? No, questo è da condannare.

L'ultimo Lugano, il primo targato 2019, è stato poco convincente come quelli che l'avevano preceduto. A lasciare l'amaro in bocca, dopo la deludente serata di Cornaredo, non è in ogni caso stato il risultato, quanto piuttosto come questo è maturato. Partita modesta? Sì certo, e costellata da errori imperdonabili, che purtroppo per chi tifa bianconero, a queste latitudini non sono una novità.

Ciò che non ha saputo fare mister Celestini nei suoi quattro mesi di avventura ticinese è dimostrare di essere divenuto assennato difensivamente (e di aver fatto passare il messaggio ai suoi). Concedere occasioni ai rivali, regalarle, è rischiosissimo in questa complicata Super League, un rischio che può essere pagato a caro prezzo. E invece questo sta continuando a fare il Lugano, che contro i bernesi ha incassato gol evitabilissimi.

Si può perdere palla in uscita dalla difesa? Assolutamente sì, anche se in quel frangente si dovrebbe cercare la giocata che dà maggiori certezze. Poi però servirebbero il giusto posizionamento di tutti gli effettivi, il raddoppio, la copertura degli spazi... tutte finezze tattiche che in bianconero non si sono viste. Anzi, non finezze, obblighi. Che sarebbero serviti e che non ci sono stati.

Maric e compagni hanno mostrato una certa supponenza a livello di impostazione difensiva. E ne hanno pagato le conseguenze. Il problema, serissimo, è che tali errori si ripetono con una frequenza altissima. In nome di un calcio propositivo, il tecnico ha lasciato da parte quello che dovrebbe essere un dogma per le piccole di Super League: primo, non prenderle. Più che imperfetto dietro - e non solo per colpa dei difensori - il Lugano ne sta invece prendendo parecchie.

Nelle dieci partite con Fabio Celestini al timone (due vittorie, tre pari e cinque sconfitte), solo una volta i ticinesi sono stati in grado di non concedere reti ai rivali di turno (0-0 a Zurigo a metà dicembre). Per il resto si sono sempre dimostrati "perforabili", incassando mediamente 1,9 gol a sera. Dato pessimo, peggiore anche di quello fatto registrare da Abascal nella prima parte di questa stagione (16 reti prese in 9 match: 1,77 di media). Tali numeri danno, in parte, anche una spiegazione al modesto cammino tenuto dalla squadra da autunno in avanti. Spesso si sono citati episodi sfortunati. Ma l'episodio è un fatto isolato: se si ripete non può più essere considerato casuale. Evidentemente la "colpa" pesa.

Altro dato che deve far riflettere è il rendimento tenuto dal Losanna nell'ultima parte della parentesi del 43enne allenatore. Nelle ultime 18 partite della scorsa stagione i biancoblù riuscirono a gioire solo quattro volte (due contro il Lugano), ottennero tre pari e caddero in undici occasioni. Rose e situazioni sono completamente diverse, un paragone non si può fare; con la stessa squadra l'allenatore riuscì tuttavia a ottenere 16 punti nelle prime 12 uscite dell'anno. Poi qualcosa cambiò. Cosa? Al netto di problemi e infortuni vari, semplicemente il suo gioco divenne sempre meno efficace. C'è chi giura che preparare tatticamente una partita contro una squadra di Celestini non sia impossibile. Che il buon vecchio: "ci copriamo e ripartiamo, aspettando un errore che puntualmente avviene", sia adottato da molti allenatori.

È giusto intendere il calcio in questa maniera, speculare sui possibili sbagli degli avversari? Forse no: perfetto sarebbe riuscire a coniugare gioco, spettacolo e reti. Però, non dimentichiamolo, alla fine la ragione sta dalla parte dei vincitori. È la classifica a certificare la bontà di un lavoro o di un'idea. E al momento la classifica del Lugano è in odore di bocciature.

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COMMENTI
 

El Jardinero 5 anni fa su tio
Peccato ...riinizio di stagione col piede sbagliato però non si molla ! Forza Lugano ! Sadiku e Lavanchy ottimi colpi.

cle72 5 anni fa su tio
Risposta a El Jardinero
Bravo vero avanti con grinta i risultati arriveranno. Forza Lugano!

roma 5 anni fa su tio
...in 4 mesi, una pausa invernale di mezzo e 7 turni senza aver vinto partite, direi che Celestini ha fatto abbondantemente peggio di Abascal. Capolinea, game over.
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