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L'OSPITE - ARNO ROSSINILugano diviso tra impresa e delusione: «Arriva quinto e si mangia le mani»

30.01.19 - 07:00
Cosa accadrà in Super League? Arno Rossini ha fatto le carte al campionato. «YB campione, Zurigo terzo, poi il San Gallo di Rapp. Neuchâtel retrocesso, ma già lo sanno...»
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Lugano diviso tra impresa e delusione: «Arriva quinto e si mangia le mani»
Cosa accadrà in Super League? Arno Rossini ha fatto le carte al campionato. «YB campione, Zurigo terzo, poi il San Gallo di Rapp. Neuchâtel retrocesso, ma già lo sanno...»
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LUGANO – Dal pareggio di Zurigo, ultima fatica del 2018, sono passati più di due mesi. Settimane fatte di lavoro, progetti, acquisti e cessioni. Settimane che sono servite a preparare la seconda parte di Super League. Quella corsa che partirà, per il Lugano, sabato sera, quando a Cornaredo arriverà il Thun. I primi mesi di campionato sono stati complicatissimi per i bianconeri, rimasti attaccati alla coda della graduatoria, passati attraverso un cambio di mister e dimostratisi incapaci, nelle ultime esibizioni, di accelerare decisamente. I tifosi sperano ovviamente che tutte quelle difficoltà appartengano al passato, che il 2019 sia convincente e soddisfacente.

«Tra estate e autunno il Lugano ha raccolto probabilmente meno di quanto meritato – ha raccontato Arno Rossini – ha perso e pareggiato partite incredibili, dominate. Ora ha un Sadiku in più, ha recuperato Bottani... penso che possa vivere una seconda parte di stagione importante».

E risalire la classifica?
«Sì, certo. I bianconeri hanno un potenziale offensivo molto interessante, qualità indiscutibili in tutta la rosa e Celestini ha avuto tempo di lavorare. Penso che ci sia la possibilità di arrivare comodamente al quinto posto. E di mangiarsi le mani per le occasioni sprecate fino a ora».

Quindi scalata sarà, ma niente impennata alla “Tramezzani”?
«Per scalare ulteriormente la graduatoria tutto dovrebbe andare per il verso giusto. Non è impossibile, certo, ma poco probabile. Se accadesse sarebbe una bella impresa. Se succedesse invece il contrario...».

Ci sarebbe un risultato modesto?
«Esatto. Se non arriveranno tra le migliori cinque, con quella rosa, per i ticinesi non potremmo fare altro che parlare di stagione deludente».

C'è anche la Coppa, il quarto contro il Thun...
«Che è anche il rivale della prima giornata di campionato, che sarà una partita non certo decisiva ma sicuramente molto importante. Il Lugano deve temere, sulla gara secca, solo lo Young Boys. Alla Coppa quindi deve fare un pensierino. Arrivare almeno in finale potrebbe valere l'accesso all'Europa League...».

Torniamo a guardare al campionato. YB già campione?
«Ha una struttura solida, una grande squadra e diciannove punti di vantaggio sulla seconda. Non perderà il titolo neppure se la squadra sarà rallentata da epidemie in serie».

Dietro arriva il Basilea?
«Nonostante la catastrofica prima parte di campionato e nonostante tutti i disastri combinati dalla dirigenza, i renani hanno un buon organico. Sicuramente più completo di quello delle rivali. Per mesi tutto è andato storto, ora penso che possano giocare con continuità a buon livello. E chiudere secondi».

Poi?
«Dico Zurigo. Un gruppo giovane, che ha già fatto vedere buone cose nel 2018 ma che ha grandi possibilità di miglioramento. Il terzo posto è alla portata».

Continuiamo a scendere.
«In quarta posizione, davanti al Lugano, potrebbe piazzarsi il San Gallo. I biancoverdi sono altalenanti, questo è vero, in casa però, con quel pubblico, sono temibili. E poi hanno un gioco efficace, adatto a Simone Rapp, che penso possa vivere mesi da protagonista».

Sesto?
«Il Thun. I bernesi sono stati straordinari nella prima metà di stagione. E con straordinario intendo che hanno fatto qualcosa fuori dall'ordinario. Quell'ordinario al quale torneranno fino a fine corsa. Difficile che si confermino».

Ci avviciniamo alla zona calda della graduatoria.
«Lucerna e Sion saranno le ultime due “salve”».

Pure i biancorossi, che hanno appena rinnovato Yakin?
«Non sono per nulla stabili, non mi entusiasmano. Per quanto riguarda i contratti... beh, si fa in fretta a stracciarli. Soprattutto in casa biancorossa».

Arriviamo al purgatorio.
«Grasshopper penultimo. Stiamo parlando di un gruppo modesto e altalenante. E Xamax in coda».

Il Neuchâtel non ha possibilità di rientrare? In fondo non è staccatissimo...
«È dura. Dipende dalle prime partite. Centrando qualche risultato positivo potrebbe magari risalire un po'. Alla lunga penso non sia in ogni caso in grado di abbandonare quella posizione. In fondo la rosa è quel che è. Hanno perso Doudin e preso Serey Die, ma questo non li ha fatti crescere. Se poi Nuzzolo si prende un raffreddore sono guai. Credo che la situazione sia chiara, e sia anche accettata dai dirigenti neocastellani, al momento preoccupati più di dare stabilità al club dopo il fallimento piuttosto che di rincorrere risultati altisonanti. Non è un caso se, nonostante tutto, Decastel non è mai stato messo in discussione».

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