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SERIE A«Vediamo quanto siamo malati di Inter...»

21.10.18 - 14:46
L'allenatore nerazzurro Luciano Spalletti è carico in vista del derby contro il Milan che avrà luogo questa sera
Keystone
«Vediamo quanto siamo malati di Inter...»
L'allenatore nerazzurro Luciano Spalletti è carico in vista del derby contro il Milan che avrà luogo questa sera
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MILANO (Italia) - Febbre da derby. Ma è una bella malattia per Spalletti. Il tecnico dell'Inter è carico come una molla in vista della sfida con il Milan.

Altro che testa alla Champions: «Non abbiamo pensato né al Barcellona, né al campionato. Abbiamo pensato al derby. Io abito in un bel posto a Milano, dove si assorbe tutta la sensazione degli interisti. La sintesi potrebbe essere che questa partita è il termometro più corretto per misurare quanto siamo malati dell'Inter».

Chi teme di più chi? Spalletti fa spallucce: «Non voglio tornare su chi ha paura dell'altra o al contrario. Certo io non rinuncerò mai a chiedere il massimo dai miei, abbiamo un'etica che cancella qualsiasi timore. Quando sei convinto e hai sentimento per il tuo lavoro, non puoi avere paura. Ci saranno molti interisti dentro lo stadio, c'è il quarto anello composto dai divani a casa con sopra i nostri tifosi a incitarci. E poi da quando sono qui ho capito che gli interisti probabilmente dimenticano la data del compleanno di marito e moglie, ma non dimenticano il risultato del derby. Se si vuol far parte della storia dell'Inter e non solo starci dentro per la durata del contratto, bisogna passare da questa partita. I contratti ti fanno star qui per gli anni che ci sei, se vinci sei nella storia».

Lucianone punta sull'orgoglio nerazzurro: «Ho il petto in fuori, sono felicissimo di indossare questi colori. C'è una partecipazione emotiva e un amore evidente. Si parla di cornice della curva, ma la tratterei come una parte di un quadro. Milano è una città moderna che spinge in modo naturale verso un'evoluzione continua. Da prendere come modello ed è chiaro che anche noi, in quanto rappresentanti della città sportiva, dobbiamo mostrare in Europa la nostra funzione». 

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