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PREMIER LEAGUE«Altro che amore per la città, Sarri è attaccato ai soldi»

10.10.18 - 12:01
Il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis è tornato a parlare del suo ex tecnico
Keystone
«Altro che amore per la città, Sarri è attaccato ai soldi»
Il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis è tornato a parlare del suo ex tecnico
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NAPOLI (Italia) - Era da un po' che non parlava, dopo le esternazioni quotidiane nel ritiro di Dimaro e qualche sporadica frase qua e là a inizio stagione, ma Aurelio De Laurentiis è tornato a raccontare i suoi sentimenti e le sue verità al Corriere dello sport.

Il suo Napoli sta stupendo e gran parte del merito è di Carlo Ancelotti, di cui rivendica la scelta: «Erano anni che avevamo contatti telefonici, ogni tanto Carlo si informava sui nostri calciatori e io con lui dei suoi. Mi aveva colpito il suo equilibrio ma anche la sua educazione, perché quando intuiva che non ci sarebbero stati margini per trattative non insisteva».

Il presidente partenopeo pensava in realtà di trattenere Sarri con cui ora i rapporti sono inesistenti e riserva più di qualche stoccata all'ex tecnico: «Credevo, tre anni fa, di aver incontrato un allenatore che sarebbe rimasto qua per un lungo periodo, avrei potuto trattenerlo, perché aveva altri due anni di contratto. Ma ad un certo punto è diventata solo una questione di soldi. E’ strano questo mondo in cui, di colpo - attraverso l’ambiente, l’impatto mediatico o certi opinionisti - si stabilisce che un contratto vada adeguato. Ma allora che valore ha quell’accordo appena scritto? Tenga presente che noi eravamo già passati da 700.000 euro a 1.550.000. Poi una volta ho sentito dire: al prossimo accordo voglio arricchirmi. E mi sono chiesto: allora le dichiarazioni sull’amore per la città? Io ci avevo creduto, però poi mi sono domandato: e se mi stesse usando come sponda?». 

Con Ancelotti il feeling è diverso: «L’altro giorno Carlo era a Ischia, mi ha telefonato entusiasta: Aurelio, io qui ci potrei restare anche sei anni. Sono fiero di aver individuato un uomo del suo livello, non solo professionale. Con lui si vive un rapporto umano, discutendo amabilmente dei reciproci interessi, se parlo di calcio, non si offende: prima del Liverpool, al mattino, gli ho telefonato e così, ho espresso pareri. E lui con garbo, autorevolezza e autorità, mi ha detto: presidè, stai tranquillo, la vinciamo. L’ho preso in parola e all’87esimo ho detto: ma vuoi vedere che succede? E’ successo. Non potete capire la mia reazione». 

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