Livio Bordoli è intervenuto sulle difficoltà incontrate domenica a Zurigo dai bianconeri: «Mi aspettavo di più dai giocatori, ma non da Celestini»
LUGANO - Soltanto tre giorni d'allenamento non possono evidentemente cambiare il volto di una squadra. Ci vorrà qualche settimana prima di vedere all'opera il vero Lugano di Fabio Celestini. La prestazione remissiva di Zurigo - infarcita di errori, alcuni anche grossolani - ha però confermato che il lavoro da fare a Cornaredo è tanto. Probabilmente ancor di più di quanto si aspettasse l'ex tecnico del Losanna quando ha deciso di dire "sì" alla chiamata del presidente Angelo Renzetti.
Come commentare le difficoltà incontrate al Letzigrund? «Innanzitutto ha avuto poco tempo per lavorare - le parole dell'ex allenatore bianconero Livio Bordoli (da poche settimane a capo della Federazione Ticinese di calcio) - In secondo luogo penso che dal punto di vista mentale i giocatori non siano riusciti a reagire al cambio di allenatore. Il gol dell'1-0 di Bottani ha solo illuso il Lugano. Il Grasshopper, infatti, era il peggior avversario che potesse capitare ai bianconeri, vista la loro disastrosa classifica. Comunque sì, mi aspettavo di più dai ragazzi ma non da Celestini. A quest'ultimo diamogli un po' di tempo».
Si dice che i giocatori fossero praticamente tutti con Abascal. Tu dall'esterno come la vedi?
«Un titolare non ti dirà mai che è contro l'allenatore. Questa domanda andrebbe posta alle riserve o a chi gioca poco. Un giocatore, però, deve fare il suo mestiere rispettando ogni decisione presa dalla società. D'altronde l'allenatore è pagato dal presidente e non dai giocatori».
Negli ultimi anni il Lugano ha cambiato una miriade di allenatori: cosa non funziona a Cornaredo?
«Io l'ho sempre detto, Renzetti si innamora velocemente di te, ma poi si disinnamora altrettanto in fretta. Io sono durato due anni perché mi andava bene tutto, poi però quando siamo saliti lui non era più innamorato del sottoscritto e così è finita. Questo è il suo carattere, ma ormai lo conosciamo».
Livio Bordoli come avrebbe reagito all'ormai famosa visita in panchina di Renzetti?
«Non saprei, avrei dovuto viverla in prima persona per giudicare. Sicuramente con stupore perché l'allenatore non è lui. Ma è difficile dire come avrei reagito».
Cosa può dare Celestini a questo Lugano?
«Tanto. A parte lo Young Boys, che gioca un campionato a sé, le altre sono tutte alla pari. Celestini ha sicuramente una buona base su cui lavorare. Ora però deve dare un gioco e un'identità a questa squadra. La classifica è cortissima, dal secondo all'ultimo posto c'è davvero pochissima differenza. L'esempio lampante è la posizione del Thun, a -1 dal secondo posto».