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L'OSPITE - ARNO ROSSINI"Ciccio" Balo divide ancora, ma è tutta l'Italia a (far) piangere

12.09.18 - 07:00
Sovrappeso e indisponente, forse davvero Mario Balotelli si è giocato l'ultima chance per essere grande. Arno Rossini: «Nei due anni insieme a Nizza a Lucien Favre sono aumentati i capelli bianchi»
Keystone
"Ciccio" Balo divide ancora, ma è tutta l'Italia a (far) piangere
Sovrappeso e indisponente, forse davvero Mario Balotelli si è giocato l'ultima chance per essere grande. Arno Rossini: «Nei due anni insieme a Nizza a Lucien Favre sono aumentati i capelli bianchi»
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MILANO (Italia) - Il più cattivo, nel commentare la sua prima partita internazionale della stagione, è stato Arrigo Sacchi, che lo ha stroncato con un: «Il calcio è uno sport collettivo nel quale l’intelligenza conta più dei piedi». Poco tenero è stato pure Zibi Boniek: «Impreparato, non professionista, era in sovrappeso di 15kg. Io non manderei mai in campo un giocatore in quelle condizioni».

Come sempre Mario Balotelli è un ricettacolo di critiche. Lui, un Godot dei tempi nostri, conta ormai più detrattori che sostenitori. Eppure continua a trovare contratti importanti e spazio. Anche nella nazionale italiana. Contro la Polonia, la passata settimana, è stato deludente; Roberto Mancini non lo ha però bocciato. Il selezionatore azzurro ha anzi fatto chiaramente capire che, se in condizioni buone, il 28enne può essere l'attaccante titolare.

Quindi?
«Non mi muovo dalla mia posizione, da quanto sempre dichiarato: Balotelli ha delle doti tecniche e fisiche uniche. È un fuoriclasse - ha raccontato Arno Rossini - È a livello di testa che proprio non c'è. Se a quell'età, quando dovresti ormai essere maturo, ti presenti in quelle condizioni, vuol dire davvero che non hai capito come si fa il professionista. E forse non lo capirai mai. Peccato, perché con un'altra attitudine l'attaccante classe '90 avrebbe potuto vincere un paio di palloni d'oro».

Eppure al Nizza negli ultimi due campionati...
«A Lucien Favre sono aumentati e di molto i capelli bianchi. Il tecnico svizzero dovrebbe vincere l'Oscar - o qualcosa del genere - per come ha gestito e fatto rendere l'italiano. La verità è che Mario ha raramente avuto l'atteggiamento giusto, anche se poi sul campo ha fatto bene».

È una critica indiretta a Mancini?
«Ma no, il selezionatore della nazionale azzurra è molto bravo e molto esperto. Certo forse non avrebbe dovuto schierare la punta e così facendo gli avrebbe evitato qualche critica. In ritiro si sarebbero potuti inventare un piccolo infortunio o qualcosa del genere...».

Infortunio che poi è arrivato realmente.
«Per forza, se scendi in campo molto in sovrappeso (l'Equipe ha rivelato che il 28enne si è presentato al ritiro post vacanze a quota 100kg, invece degli ottimali 87-88kg, ndr) i rischi di avere dei problemi muscolari sono altissimi».

Balo o meno, l'Italia ha fatto estremamente fatica.
«Il ricambio generazionale non si è completato e oggi alla selezione mancano giocatori esperti e in grado di essere da esempio nei momenti complicati. I problemi maggiori sono a centrocampo dove, Jorginho a parte, io non vedo elementi in grado di reggere l'urto a livello internazionale. Di creare gioco».

Come si esce da questa situazione: si mettono in conto anni bui e si spera nella crescita di qualche campionissimo?
«Gli azzurri devono avere l'intelligenza per capire quali sono i loro limiti e l'umiltà per tentare di "aggirarli". Non ci sono creatori di gioco? Allora che si faccia un passo indietro e si riparta da "difesa e contropiede". L'Italia è storicamente stata quella, che male c'è a tornare almeno momentaneamente alle origini? Poi ritrovata fiducia e cresciuto il gruppo, si possono anche cercare soluzioni alternative. Ma vedrete, Mancini farà presto finire gli esperimenti, farà presto dei cambi significativi cercando di regalare, per prima cosa, solidità e concretezza. Non aspettatevi, in futuro, moduli spregiudicati...».

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