L'ex stella del pallone britannico ha raccontato la sua verità: «La mia carriera è terminata con l'infortunio agli adduttori. Nelle restanti stagioni quello che andava in campo non ero io»
CHESTER (GBR) - Aver ottenuto grazie a lui fama e ricchezza non basta: non tutti quelli che di pallone hanno vissuto, il pallone... lo hanno amato. Tra chi ha odiato il suo mestiere c'è Michael Owen, enfant prodige del calcio inglese arrivato a toccare un successo luccicante ma poi regalatosi un finale di carriera modesto.
Il 39enne, Pallone d'Oro nel 2001, ha ammesso di essersi goduto solo una parte della sua avventura sui campi di tutto il mondo: «Quando mi sono fatto male per la prima volta agli adduttori, di fatto, la mia carriera è terminata - ha raccontato l'ex attaccante - Per le restanti sei, sette stagioni ho infatti odiato il calcio. Semplicemente non vedevo l'ora di ritirarmi, di smettere. Il fatto peggiore è che affrontavo i match senza il giusto stato d'animo. Per questo non mi mettevo neppure nelle condizioni ideali per scattare, per lasciare il segno. Mi nascondevo e mi posizionavo in zone del campo dove non sarei neanche dovuto andare. Quello che andava in campo non ero io».