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L'OSPITE – ARNO ROSSINICaccia all'ex fenomeno Xhaka: «Non è un campione, gli manca la testa»

15.08.18 - 10:01
I tifosi dell'Arsenal ne chiedono la cessione. In Nazionale non lascia il segno. Che fine ha fatto l'ex promessa? Arno Rossini: «Aspettative disattese ma ha ancora tempo per cambiare»
Keystone
Caccia all'ex fenomeno Xhaka: «Non è un campione, gli manca la testa»
I tifosi dell'Arsenal ne chiedono la cessione. In Nazionale non lascia il segno. Che fine ha fatto l'ex promessa? Arno Rossini: «Aspettative disattese ma ha ancora tempo per cambiare»
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LONDRA (GBR) – C'era una volta un giovanotto, fratello d'arte, di grandi speranze. Giocava nelle varie Under del Basilea e faceva la differenza. Il ragazzino è cresciuto e anche la Prima squadra renana gli ha aperto le porte. Lì ha debuttato (con gol) e completato due stagioni molto, molto, buone. Da predestinato.

Già, predestinato. Proprio questa è la parola adatta per parlare di Granit Xhaka, campionissimo in prospettiva, fino a quando aveva 20 anni, ma poi trasformatosi “solo” in un giocatore normale. Dopo i rossoblù il 25enne (compirà gli anni il prossimo mese) ha fatto la sua parte – senza però dominare - con il Borussia Mönchengladbach, che per assicurarselo ha pagato nove milioni di euro. Quattro anni tedeschi tra alti e bassi e poi la grande chiamata dall'Arsenal. Altro trasferimento ricchissimo (i Gunners hanno sborsato addirittura 40 milioni) per quello che sarebbe dovuto essere il palcoscenico giusto sul quale esplodere definitivamente.

Non è accaduto nulla. Dal 2016, a Londra, il centrocampista rossocrociato non è infatti riuscito a crescere e, anzi, ha infilato spessissimo gare opache. E i fan... Dopo il debutto in campionato dello scorso weekend – prestazione pessima e sconfitta 0-2 dal City – sono arrivati a chiedere a mister Emery di cederlo. Quelli più educati. Gli altri...

«Su Granit c'erano grandi aspettative – ha raccontato Arno Rossini – ai tempi delle giovanili con il Basilea sembrava appunto un predestinato. Sono state disattese».

Un fratello più grande da cui prendere esempio e da provare a superare, fisico, piedi: il centrocampista pareva avere tutto per sfondare. 
«Ha fatto una buona carriera, ma non è arrivato a quei livelli che tutti pensavano potesse toccare. Non è un campione».

Cosa gli manca?
«La testa, solo quella. Ha senso tattico, è tecnico, ha il tiro... però senza grinta non vai molto lontano».

È molle insomma. Non ha, per intenderci, la carica di un Gattuso.
«L'avesse sarebbe tranquillamente uno dei primi quattro o cinque al mondo nel suo ruolo».

Completerà dunque sempre stagioni modeste?
«È un classe 1992, ha ancora il tempo per svoltare, solo che non può più perdere occasioni. Deve fare in fretta a cambiare, altrimenti per lui sarà la fine».

Dalla sua ha ancora un lungo contratto con l'Arsenal.
«Il club l'ha ingaggiato su pressione di Wenger. Ora l'allenatore francese, che a lungo l'ha protetto, non c'è più. E a Londra non hanno di certo voglia di aspettare. Credo davvero che, con Emery in panca, decisive saranno queste settimane. Pochissime. O arriverà una risposta convincente o il giocatore finirà ai margini del progetto. E sul mercato. Magari già a gennaio».

Sarebbe un peccato.
«Sarebbe l'inizio della fine. Perché se l'Arsenal ti manda via di sicuro non trovi una big pronta a fare carte false per te. Probabilmente poi ti dovrai accontentare di una squadra media».

Dove giocare senza pressione. Magari così sarebbe meglio per la Nati.
«È tutto da vedere. Certo, senza troppe aspettative Granit potrebbe sentirsi leggero e risparmiarsi a livello fisico. Non penso in ogni caso che muoversi senza pressione possa essere la soluzione. In fondo è proprio controllando quella che si può fare la differenza. A Londra il costo del suo cartellino l'ha un po' schiacciato. Ripeto, è la testa a fare la differenza».

A ogni livello.
«Esatto. Quella e la voglia. Con un po' di voglia in più pensate che il centrocampista avrebbe lasciato tanto spazio agli svedesi nell'azione del gol che ci ha eliminati dal Mondiale? Servirebbe sempre lo Xhaka visto contro la Serbia...».

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