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Una delle più grandi sorprese della Coppa del Mondo si concretizzò nel 1982. Il peggio arrivò però dopo quella partita, con il "biscotto" tra i tedeschi e l'Austria
BERLINO (Germania) - La Germania Ovest si presentò al Mundial del 1982 da favorita. I tedeschi erano freschi campioni d’Europa e tra le loro fila annoveravano campioni del calibro di Paul Breitner e Karl-Heinz Rummenigge. Impossibile che una simile corazzata potesse "temere" la gara d’esordio, giocata proprio il 16 giugno allo Stadio El Molinón di Gijón, contro l’Algeria. A vederli poi gli algerini non sembravano nemmeno una nazionale di calcio. Eppure vinsero 2-1.
La leggenda racconta che il selezionatore Jupp Derwall avesse visionato un solo video degli africani e che avesse preferito non mostrarlo ai suoi giocatori per paura di essere preso in giro. Tutti erano convinti che la boria dei tedeschi si sarebbe fermata alle dichiarazioni. Le cronache riportano virgolettati di calciatori ansiosi di dedicare alla famiglia il settimo gol o convinti di vincere fumando una sigaretta. Invece una volta in campo il mondo si rovesciò. I campioni d’Europa, la Nazionale simbolo dell’efficienza e dell’organizzazione, fallirono completamente l'approccio. L’Algeria giocò meglio, con grande freschezza e vivacità, e si impose 2-1 grazie alle reti di Rabah Madjer e Belloumi. Per la stampa tedesca quella sconfitta fu paragonata al naufragio del Titanic. Quanto successe nei giorni successivi portò però un'onta anche maggiore. Per effetto di quel rovescio e della vittoria dell’Algeria per 4-1 sul Cile, all’ultimo turno la Germania si trovò costretta a battere l’Austria. Una vittoria con uno o due gol di scarto avrebbe qualificato entrambe, eliminando gli africani dalla competizione per effetto della differenza reti. Al 10’ Horst Hrubesch portò in vantaggio Breitner e soci i quali, da quel momento, tirarono i remi in barca. Non ci furono più tiri in porta, contrasti, cross... niente. Il commentatore dell’emittente tedesca dichiarò in diretta che si stava assistendo: «A una disgrazia che nulla aveva a che fare con il calcio». Il collega austriaco si rifiutò di commentare l’ultima mezz’ora di gara, chiedendo agli spettatori di smettere di seguire la partita.
