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CHALLENGE LEAGUE«Dimentichiamo i grandi stadi, il nostro presente si chiama Chiasso e Rappi»

29.05.18 - 10:00
Giorgio Contini è pronto a pilotare il Losanna nella corsa alla promozione in Super League: «Dovremo essere umili. Porterò la mentalità svizzero-tedesca»
Keystone
«Dimentichiamo i grandi stadi, il nostro presente si chiama Chiasso e Rappi»
Giorgio Contini è pronto a pilotare il Losanna nella corsa alla promozione in Super League: «Dovremo essere umili. Porterò la mentalità svizzero-tedesca»
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LOSANNA - Dal 24 aprile al 28 maggio. Tanto è rimasto con le mani in mano (continuando comunque a percepire lo stipendio) Giorgio Contini, da lunedì ufficialmente nuovo allenatore del Losanna. Esonerato dal San Gallo per incomprensioni che poco avevano a che vedere con il calcio - i biancoverdi erano proprietari di un'ottima classifica - il 44enne mister ha impiegato le settimane da disoccupato di lusso per sbollire la rabbia e guardarsi intorno. Compito svolto alla perfezione: la chiamata dei biancoblù non l'ha infatti trovato impreparato. Anzi, nella sua testa la corsa verso la promozione in Super League è già partita.

«Fosse per me comincerei subito ad allenare, a stare in campo - ha raccontato proprio Contini - non sono uno al quale piace stare a casa».

Nonostante ci fosse ancora un contratto valido con il San Gallo?
«Nonostante quello. Anzi è stato proprio quell'accordo che ha un po' ritardato il mio arrivo qui a Losanna. Con il club mi sono trovato subito in sintonia. Nell'ultima settimana abbiamo chiacchierato molto e cercato di capire come chiudere il legame con i biancoverdi».

Il Losanna sarà la favorita numero uno della prossima Challenge League.
«Sulla carta, forse. Ma sarebbe un grave errore convincersi di essere i più forti. Come sarebbe un grosso sbaglio pensare alla Super League, agli stadi che ci siamo persi. La nostra realtà adesso è la Challenge, sono gli stadi di Chiasso e Rapperswil, giusto per citarne un paio. Dovremo essere umili e lavorare duramente. Solo così potremo pensare di essere competitivi».

Cosa ha chiesto il club?
«Di riuscire, nei prossimi mesi, a dare un gioco efficace alla squadra. Non dovremo per forza essere belli. Vincenti però sì. Per questo ho parlato di lavoro».

Che è un po' il tuo marchio di fabbrica.
«La mia intenzione è quella di portare a Losanna la mentalità svizzero-tedesca. E di mescolarla con la fantasia propria dei giocatori latini. Dovremo essere severi con noi stessi. Puntare sempre a migliorarci inseguendo un obiettivo importante. Vogliamo subito salire ma il mio lavoro non si concluderà con un'eventuale promozione. Non per nulla ho firmato un contratto di due anni con opzione per un'ulteriore stagione».

Con la società si è già definito il mercato?
«Vorrei poter mantenere la struttura della squadra che è retrocessa quest'anno e a questa aggiungere due-tre elementi. Ho in mente calciatori molto validi, di esperienza. Che possano darci immediatamente una mano nella corsa alla promozione».

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