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L'OSPITE«Abascal a Lugano? Ho pensato a una barzelletta»

11.04.18 - 10:01
Arno Rossini si è mostrato perplesso davanti all'ingaggio del tecnico spagnolo: «Ha pochissima esperienza in Svizzera. Si è messo in mano a un giovane il futuro del Lugano e del calcio ticinese»
Ti-Press
«Abascal a Lugano? Ho pensato a una barzelletta»
Arno Rossini si è mostrato perplesso davanti all'ingaggio del tecnico spagnolo: «Ha pochissima esperienza in Svizzera. Si è messo in mano a un giovane il futuro del Lugano e del calcio ticinese»
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LUGANO - Il ribaltone si è completato lunedì, nel giro di poche ore: Tami è stato sollevato dal suo incarico e, dopo una veloce valutazione, Renzetti ha ingaggiato Abascal. A Lugano la panchina ha cambiato proprietario e così è stato deciso nella speranza che la truppa bianconera, reduce da sei sconfitte consecutive, possa infilare qualche risultato positivo. Indispensabile per chiudere con un sorriso la volata salvezza.

Da dove si comincia, dall'esonero o dalla nomina?
«Andiamo con ordine - è intervenuto Arno Rossini - partiamo da Pier Tami».

Cacciarlo era divenuto inevitabile dopo le ammissioni su un futuro, il suo, lontano da Lugano?
«Voglio iniziare dicendo che, secondo me, a Lugano Pier ha fatto un buon lavoro. E sostengo questo tenendo conto del materiale che aveva a disposizione. Ha fatto punti e portato soldi con i successi in Europa League. In campionato poi, inutile raccontar storie, l'obiettivo era quello di salvarsi. Continuando, la squadra si sarebbe salvata. E poi... si è arrivati a questa situazione anche per qualche episodio: qualche punto in più raccolto nella striscia negativa  e non ci sarebbero stati problemi. E il mister non avrebbe forse comunicato il cambiamento».

L'esonero?
«Premesso ciò, era inevitabile. Tami ha assolutamente sbagliato ad ammettere che il suo futuro non sarebbe più stato bianconero. E averlo fatto ai giocatori o alla stampa cambia poco. In questo momento della stagione, con una conferma in Super League tutta da conquistare, avrebbe dovuto preoccuparsi esclusivamente del campo, del campionato. Ha commesso un errore obbligando, di fatto, Renzetti a sollevarlo dall'incarico».

Al suo posto è arrivato lo spagnolo ex Chiasso. Una scommessa, come anche ammesso dal presidente.
«Abascal? Devo essere sincero: ho pensato a una barzelletta. Non ho nulla contro il nuovo allenatore del Lugano, ci mancherebbe altro, in questo momento però alla squadra serviva un uomo d'esperienza in grado di dare la scossa. Lo spagnolo può farlo? Finora ha dimostrato il contrario».

In rossoblù non ha fatto male.
«La prima parte del campionato è stata buona. Poi però io ho visto un'involuzione. Il Chiasso ha smesso di far punti, era nervoso - guardate a quante espulsioni ed ammonizioni sono arrivate - giocava male... Per assurdo, in appena una partita Baldo ha dato più ordine e senso alla squadra di quanto non sia riuscito a fare Abascal negli ultimi mesi. Lo spagnolo sarà anche un bravo formatore, per carità, ma ha pochissima esperienza in Svizzera e forse non ha il carattere per spingere uno spogliatoio che deve salvarsi. La gestione del gruppo? Non so quanto abbia polso».

Sarebbe stato meglio Sforza, quindi?
«Sarebbe stato meglio un allenatore esperto e con una grande conoscenza del calcio svizzero. Un formatore al quale serve tempo adesso non serve».

Vista così, il Lugano rischia parecchio.
«Renzetti ha parlato di scommessa... è davvero così. Magari Abascal le vincerà tutte, mi auguro possa farlo; in realtà però la situazione è delicatissima. Si è messo in mano a un giovane il futuro del Lugano e del calcio ticinese. Spero davvero che i bianconeri possano salvarsi, che possano lasciarsi alle spalle una tra Thun e Losanna. Sono queste le avversarie».

Perché, tenuto conto di tutto ciò, Renzetti ha puntato sullo spagnolo? Il "pres" ha ammesso di aver anche pensato a Zeman, a Tramezzani...
«Credo che preponderante sia stata la questione economica».

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