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SERIE ALa lite senza fine fra il Milan e Donnarumma & co

13.03.18 - 18:00
Continuano le frecciate fra il ds rossonero Mirabelli e l'entourage del portiere con a capo Mino Raiola
La lite senza fine fra il Milan e Donnarumma & co
Continuano le frecciate fra il ds rossonero Mirabelli e l'entourage del portiere con a capo Mino Raiola
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MILANO (Italia) - Continuano i dissapori fra il direttore sportivo del Milan Mirabelli e il procuratore dei fratelli Donnarumma, ovvero Mino Raiola. Il "problema" questa volta riguarda il ruolo di terzo portiere di Antonio, arrivato in estate.
 
Tutto è iniziato nel mese di giugno del 2017 con il mal di pancia di Gianluigi Donnarumma in procinto di lasciare Milano per una super offerta da parte del PSG. Alla fine dopo un lungo tira e molla, condito anche da qualche litigio con i tifosi rossoneri e la società, il giovane estremo difensore aveva deciso di accettare comunque l'ottima offerta del Milan che includeva anche l'ingaggio oneroso del fratello. Si può leggere il dialogo sulla Gazzetta dello Sport: Mirabelli inizia... «Gli ultimi tempi sono stati tremendi. Qui c’è puzza di mobbing. Meglio morire in piedi che vivere in ginocchio». Prima del famoso «io non parlo con Mirabelli», a cui il ds rossonero ha replicato in modo forte a rinnovo fatto: «Da gigante del calciomercato con quella frase Raiola è diventato un uomo piccolo nei miei confronti». E se il mercato è andato in archivio con soltanto il rischio di perdere Gigio, Raiola ha punzecchiato lo stesso il Milan a inizio settembre: «Non ho nulla di personale contro Fassone e Mirabelli, ma non credo nel loro progetto».

Nel periodo natalizio poi, le due parti hanno riacceso la polemica con  accuse reciproche senza fine. Dapprima il ds rossonero ha aperto le danze «Un giorno Gigio capirà dove sta il bene e il male. C’è qualche signore che sta diventando più showman che altro. Ci ridiamo sopra, ma non gliela faremo passare. Raiola ha poi risposto per le rime pochi giorni dopo: «A Mirabelli fanno comodo queste polemiche perché tolgono l’attenzione dal vero problema del Milan: il suo progetto tecnico». L’anno può concludersi in modo agrodolce grazie al d.s. calabrese, che chiude con una battuta: «Non c’è un caso Donnarumma. Non rispondo a Raiola, è Natale e facciamo i buoni».

Nel 2018 poi, in seguito alle voci di un addio di Donnarumma, l'agente ha nuovamente ironizzato su Mirabelli: «Non capisco perché vogliate parlare di Donnarumma, non credo ci sia da parlare né di lui né di Mirabelli: io sono un uomo piccolo, l’ha detto lui. Il giorno che sarò diventato grande magari Mirabelli si degnerà di parlare con me. Non ho ancora raggiunto il livello per parlare con Mirabelli, un giorno magari qualcuno mi darà un diploma, e se sarò bravo parlerò con lui». Fino a inizio marzo, quando l’italo-olandese ha aperto all’addio del portiere: «Donnarumma ha fatto una scelta, quella di restare al Milan, e io la rispetto. Se mi dovesse chiedere di andare via mi metterei subito al lavoro anche perché le richieste importanti ci sono. Anzi, se fosse per me Gigio dovrebbe andare via dal Milan». 

 

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